Di Menna: "La scuola italiana non è né di destra né di sinistra, è
laica e libera"
E’ parte integrante del paese, sede del pluralismo del sapere Il lavoro
degli insegnanti merita di essere sostenuto Il monito della Uil Scuola:
lasciare la scuola fuori dallo scontro politico
Basta ‘criticare’ la scuola, è ora di ‘sostenerla’, darle risorse,
competenze, specificità, mezzi, opportunità, perché è dalla qualità
della scuola, dall’istruzione che passa lo sviluppo del Paese.
Quando si parla della scuola statale ci si riferisce al 93% dell’intero
sistema dell’istruzione italiana.
La scuola italiana – è il commento del segretario generale della Uil
Scuola, Massimo Di Menna alle affermazioni di oggi del presidente del
Consiglio – non è né di destra né di sinistra. E’ una scuola laica,
libera, sede del pluralismo del sapere, dell’integrazione.
C’è un milione di insegnanti che garantisce ogni giorno, con
professionalità e competenza, un corretto e scrupoloso rapporto nel
processo formativo e educativo, rispettoso – come deve essere, aggiunge
Di Menna – delle esigenze di tutti gli studenti.
A testimonianza dell’impegno e del gran lavoro svolto dagli insegnanti
italiani in classe – lo ripetiamo - con il 93% degli studenti italiani,
ci sono le testimonianze di stima e considerazione che vengono dalle
famiglie.
Ciò che può fare il governo è sostenere il lavoro svolto dagli
insegnanti e valorizzarlo.
L’Italia – ribadisce Di Menna – è unico dei paesi sviluppati, che pur
in una situazione di difficoltà finanziaria, non investe sulla scuola.
Occorrerebbe una riflessione politica sulla necessità di investire in
istruzione, di dare risorse alla scuola, modernizzandola.
Barzellette che non fanno ridere
Sab, 16/04/2011 - 15:15
Sta diventando sempre più difficile, quando parla il Presidente del
Consiglio, distinguere le dichiarazioni dalle barzellette. Se
appartiene a quest’ultime, quella raccontata oggi sugli insegnanti
della scuola pubblica, che "inculcherebbero" valori diversi da quelli
delle famiglie, non fa assolutamente ridere. Concetti che già aveva
espresso, meritando la nostra dura risposta; parole che si ripetono
identiche, in tutta la loro gravità e la loro ineleganza. Frasi che,
mentre offendono la scuola pubblica, rendono un pessimo servizio alla
stessa scuola non statale, anch’essa fatta oggetto di un’assurda e
inopportuna classificazione “ideologica”. Di ben altro livello di
attenzione hanno bisogno la scuola, le famiglie e le mamme; anche a
loro, oltre che agli insegnanti, va in questo momento tutta la nostra
solidarietà.
Roma, 16 aprile 2011
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola