Giovedì pomeriggio il
coordinamento dei precari della FLC CGIL dell'Emilia Romagna ha
occupato simbolicamente gli Uffici Scolastici Regionali di tutta la
regione per denunciare "lo sfascio della qualità della scuola pubblica
a causa dell'ultima tranche dei tagli voluti con la Legge 133/08.
Tagli insostenibili sia per l'emergenza occupazionale che ne deriverà,
sia per il sistema formativo fortemente dequalificato a causa della
mancanza di
risorse".
"A fronte di un aumento regionale di circa 7500 studenti, è previsto un
taglio di 881 docenti e 606 ATA - premettono i sindacati -; eppure la
nostra regione, già ora, ha le classi più numerose d'Italia, (con grave
rischio per la sicurezza dei nostri figli) e la percentuale più
alta di precari sul totale dei lavoratori".
Per FLC Cgil "è necessario fermare i tagli e assumere in ruolo i
precari per ripristinare la certezza di un futuro e per uscire
collettivamente da una condizione di discriminazione che sembra ormai
diventata la normalità. L'occupazione simbolica degli Uffici Scolastici
Regionali è l'occasione per dare voce ai precari e costringere la
politica e la società a confrontarsi con la l'instabilità del lavoro e
della vita che rende le nostre esistenze insostenibili".
Oltre all'occupazione, c'è stato un presidio "in preparazione al grande
sciopero nazionale del 6 maggio, per protestare contro
l'irresponsabilità di questo Governo, dare una scossa al Paese e
riportare l'attenzione sull'emergenza lavoro e per rimettere il futuro
nelle nostre mani". I sindacati hanno fatto sapere di aver "richiesto
anche la presenza delle istituzioni locali". ( da RomagnaOggi)
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