Hanno
un'intelligenza superiore alla media, che si abbina spesso a un talento
straordinario in una materia specifica o in un'arte. Bimbi speciali che
però rischiano di crescere ai margini. Isolati dai coetanei perché
ritenuti diversi, e incompresi dai grandi che li bollano come asociali,
svogliati o al contrario iperattivi. I 'piccoli geni' non sono una
specie rara. Le statistiche internazionali ne contano circa 10 ogni 100
studenti, e il dato vale anche per l'Italia dove si è attivato un
network che punta a valorizzare le potenzialità di questi bambini,
aiutandoli a integrarsi con gli altri e a diventare adulti equilibrati,
immuni dalla 'sindrome del leader'. Il primo passo è l'addestramento di
insegnanti 'doc', capaci di riconoscerli, comprenderli e aiutarli a
esprimersi al meglio. Per trasformare le loro doti in una risorsa per
il
gruppo.
Al centro di questo team di lavoro c'è l'Aistap (Associazione italiana
per lo sviluppo del talento e dalla plusdotazione), che si prepara a
lanciare anche nella Penisola, a Milano, un corso di formazione
biennale per insegnanti, sul modello di quelli organizzati in Europa
dall'Echa (European Council for High Ability). Lezioni di teoria ed
esercitazioni pratiche rivolte a un gruppo di 15-20 'alunni', prof che
torneranno sui banchi di scuola, lasciando la cattedra a docenti
internazionali fra i nomi più noti del settore.
"E' tutto organizzato e siamo pronti a partire", spiega all'Adnkronos
Salute la psicologa Daniela Miazza, vice presidente Aistap e
responsabile formazione. Mancano però i fondi necessari a coprire le
spese. "Non vogliamo gravare né sugli insegnanti che vorranno aderire a
questa iniziativa, né sul mondo della scuola che già vive una
situazione economica precaria", precisa infatti l'esperta. "Per questo
stiamo per avviare una campagna di raccolta fondi che abbiamo chiamato
'Adotta un insegnante'. Busseremo a tutte le porte, iniziando dai
nostri soci", con l'obiettivo di far partire il corso all'inizio del
2012.
"Per bambino 'plusdotato' - precisa la neuropsicologa Anna Maria
Roncoroni, presidente Aistap e referente Echa per l'Italia - si intende
un bimbo con elevate capacità cognitive generali e/o con un talento
specifico in un'area particolare. In senso stretto, si calcola siano il
2% della popolazione studentesca, ma in realtà a livello internazionale
si lavora sull'8-10%, perché è meglio includere più bambini che
rischiare di escluderne alcuni".
Il fenomeno dei 'bimbi prodigio' non conosce mode ("il dato è stabile
nel tempo", assicura l'esperta), e riguarda senza distinzioni sia le
femmine che i maschi: "Tendenzialmente non ci sono differenza tra i
sessi - sottolinea Roncoroni - e se ci sono dipende spesso da fattori
culturali". Con buona pace delle quote rosa, infatti, "ancora oggi,
soprattutto in alcuni Paesi, i bimbi plusdotati vengono portati
all'attenzione degli esperti più delle bambine" ugualmente brillanti.
Gestire questi 'super-bimbi', a casa e ancor di più a scuola, non è
affatto semplice. "Spesso faticano a integrarsi nel gruppo dei pari che
non li riconoscono come simili a loro - continua la specialista - Molte
volte loro stessi sono a disagio nell'ambiente in cui si trovano
calati". In classe, ad esempio, le "esperienze frustranti" sono
all'ordine del giorno. "Se un bimbo già conosce quello che i compagni
devono ancora imparare, oppure apprende in pochi minuti ciò che ai
coetanei richiede molte ore, il tempo guadagnato è difficile da
riempire". Così "c'è chi si isola, chi distrae e viene giudicato
svogliato o addirittura iperattivo, e c'è chi diventa grande pensando
di non dover mai fare fatica per ottenere qualcosa, di non avere
limiti". Con la complicità di molti genitori che rischiano di esaltare
il figlio, crescendo un adulto convinto di essere sempre e ovunque 'il
primo della classe'.
L'associazione Aistap opera nel Nord-Ovest d'Italia tra Milano, Pavia e
Genova. Collabora con Mensa Italia, con il comitato di farmacovigilanza
pediatrica 'Giù le mani dai bambini' e con altri centri italiani attivi
nel sostegno ai bimbi plusdodati. "Grazie a un team multidisciplinare
allargato, lavoriamo a 360 gradi con il bambino, la famiglia e la
scuola", spiega Roncoroni. Al momento i piccoli in carico sono "qualche
centinaia, meno di 500", stima l'esperta. "Sono le famiglie che si
rivolgono a noi - prosegue - Come prima cosa offriamo un percorso di
valutazione, per capire i punti forti e i punti deboli di ogni caso che
arriva alla nostra attenzione, quindi in base ai risultati definiamo un
progetto di supporto su misura".
Per promuovere, condividere e realizzare progetti volti alla
valorizzazione del capitale umano, all'interno di un programma
battezzato 'All different/All equal' - tutti diversi/tutti uguali - nel
febbraio scorso l'Aistap ha presentato alla Bocconi di Milano la Rete
interuniversitaria Ulisse: per ora ne fanno parte l'ateneo di Nijmegen
in Olanda, l'università de la Laguna di Tenerife in Spagna e quella di
Munster in Germania. "Tre attori che come in una specie di tavola
rotonda operano alla pari", puntualizza la presidente di Aistap. "Siamo
in contatto anche con vari atenei italiani che speriamo possano unirsi
alla Rete", auspica la neuropsicologa.
Ora, però, gli sforzi dell'associazione sono concentrati sul corso di
formazione agli insegnanti, per il quale bisogna ancora reperire i
fondi. "Sarà coordinato da Lianne Hoogeveen, direttrice del Cbo
dell'università olandese di Nijmegen", dice Miazza, referente per
l'Italia. Il parterre di relatori è di assoluta eccellenza, promette,
"con docenti europei di grande rilevanza, responsabili dei corsi Echa
nei loro Paesi".
"Il corso - aggiunge la vice presidente e responsabile formazione di
Aistap - si rivolge prioritariamente agli insegnanti della scuola
primaria e secondaria di I-II e grado. Abbiamo già avuto contatti
interessanti non solo dalla Lombardia, dove il corso si svolgerà in una
sede milanese ancora da definire, ma anche da Emilia Romagna, Veneto,
Piemonte, Liguria e Lazio. Facciamo appello alla generosità di tutti, e
non dubitiamo che anche i nostri soci e i genitori dei nostri bambini
saranno disposti ad aiutarci nella raccolta dei fondi necessari a
coprire le spese di questa iniziativa". Chi vuole saperne di più può
contattare l'Aistap, online (www.aistap.org, e-mail info@aistap.org) o
all'indirizzo di via Maragliano 6/1 sc. sn., 16121 Genova.
Forte di "tantissimi anni di esperienza" alle spalle, continua Miazza,
"posso garantire che nel mondo della scuola c'è assolutamente bisogno
di formazione in questo campo. E' importantissimo investire sugli
insegnanti, perché loro possono davvero fare la differenza" per il
futuro dei 'piccoli geni'. "Come psicologo, ma anche come genitore -
precisa - ho imparato che che, dietro a un bimbo plusdotato che riesce
a esprimere appieno le sue potenzialita e a integrarsi con gli altri,
c'è sempre un insegnante che sa cosa fare".
L'identikit del prof a misura di 'baby-prodigio'? "Da un lato -
risponde Miazza - aiuta molto il fatto di avere già incontrato sulla
propria strada un alunno che non rientrava negli schemi, uno studente
che ha dato del filo da torcere e che magari a spinto l'insegnante a
dubitare di qualche sua valutazione o dei suoi metodi". Ma così come i
loro alunni 'particolari', anche i maestri dei bambini plusdotati
devono avere una marcia in più: "Doti innate di curiosità e soprattutto
la voglia di rimettersi in gioco, di non dare per scontato che
l'obiettivo di un docente sia quello di 'livellare' la sua classe.
Consiglio a ogni insegnante - conclude la psicologa dei 'nuovi
Einstein' - di infilarsi un paio d'occhiali speciali, che li aiutino a
leggere le differenze di questi studenti non come un ostacolo al lavoro
didattico quotidiano, bensì come un grande potenziale da mettere a
frutto a vantaggio di tutta la classe". (Adnkronos Salute)
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