L’altro giorno, la mia
collega di diritto, ha compiuto un “esperimento” in classe, ha tenuto
una lezione molto…speciale, dal nome evocativo, “laboratorio della legalità”.
Praticamente, un esempio di scuola viva e “militante”. Un modo efficace
e moderno di fare e, soprattutto, di essere scuola pubblica. Che vale,
forse, più di mille discorsi e conferenze sulla legalità e sulla lotta
alla mafia.
“Cari ragazzi, bisogna leggere e studiare la Costituzione per
comprendere la bellezza della legge. Per capire la forza della legalità
e della civile convivenza. Ma ancora di più bisogna saper leggere la
vita di tutti i giorni per conoscere l’uomo e il mondo. Bisogna
scendere in profondità; mai lasciarsi abbindolare dalle facili promesse
e dai proclami di massa.
"La lotta alla mafia deve essere,
innanzitutto, un movimento culturale che abitui tutti a sentire la
bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del
compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della
complicità" diceva Paolo Borsellino”.
Ed ha iniziato a leggere una lettera di un usurato, inviata ad
un’associazione antiracket milanese e pubblicata su un blog:
"E' da quando leggevo nei libri di scuola, la storia della nostra
Italia, che mi sono innamorato della mia terra. Sono un cittadino
italiano che è sempre stato orgoglioso della propria patria.
Le vicissitudini della vita mi stanno però portando a pensare
male, non della mia Italia, ma di coloro che come nostri rappresentanti
dovrebbero proteggerci e governarci...ma proteggere chi???
Mio malgrado nella vita ho avuto la sfortuna di cadere sotto le mani
dell'usura, prima bancaria (ma questa è legale), poi con un
privato...che fare?...Lavorare non basta più...rodersi l'anima...non
dormire la notte, lottare contro le società di recupero crediti,
lottare contro l'usuraio...eppure io voglio pagare i miei debiti...ma
lavorare non basta...forse quei libri di storia possono
aiutarmi....quei libri dove leggevo di una repubblica basata sul lavoro
e sulla giustizia...forse bisogna davvero denunciare l'usura...forse è
davvero l'unico modo per cercare di cambiare le cose...iniziamo a
cambiare noi stessi...poi tutte le campagne mediatiche per incoraggiare
le vittime di usura a denunciare il proprio usuraio, ho sentito che lo
Stato ci dà una mano per ripartire...il mio Stato...quello dei libri di
storia...
Ho denunciato l'usuraio con tanta paura, soprattutto per i miei
familiari...allora la sera cercavo di spiegargli: "è la cosa giusta da
fare...la cosa giusta per vivere un futuro migliore...poi lo Stato ci
dà una mano...come nei libri di storia".
Io il mio dovere di cittadino l'ho fatto...ma continuo a mangiarmi
l'anima...continuo a non dormire la notte...eppure quello che
raccontavo ai miei familiari la sera…è giusto così...la patria...lo
Stato che ci dà una mano...no...non possono essere cazzate...poi mi
fermo a pensare...io il mio dovere l'ho fatto...ma lo Stato perché non
l'ha fatto???...non posso credere che non esista...forse non hanno
tempo...forse si sono dimenticati...però io l'usuraio l'ho
denunciato...ai miei familiari che, quando rientro in casa, sperano di
sentirsi dire: "l'incubo è finito", continuo a ripetere la stessa
storia: "tranquilli...ora lo Stato ci aiuta...come aveva promesso".
Scrivo queste cose con le lacrime agli occhi e con un enorme peso
nel cuore...ma non mi arrendo...per convincere i miei familiari
che lo Stato esiste ancora...come nei libri di storia".
Ed un silenzio abbagliante ha invaso l’aula e illuminato i ragazzi.
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it