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INVALSI: “Prove INVALSI”: fare chiarezza, promuovere prospettive utili

Sindacati
Al terzo anno delle prove
Nel periodo 10-13 maggio le scuole sono chiamate attraverso le “prove INVALSI” a leggere alcune competenze e livelli di apprendimento dei propri studenti. E’ la prosecuzione di un’operazione che ha avuto il suo sviluppo nell’ultimo triennio e che da quest’anno coinvolge gli Istituti del secondo ciclo. Molte le scuole che negli anni scorsi hanno preso parte alla rilevazione; un dato che diventa ancor più significativo se si considera che nel 2009 hanno aderito su base volontaria ben 4.394 Istituti, pari all’83% delle scuole potenzialmente interessate.

Un disagio che pesa e condiziona
Oggi, più che in passato, emergono atteggiamenti di contestazione su cui influisce sicuramente la condizione di profondo disagio che sta vivendo il personale della scuola: un disagio al quale con la nostra azione sindacale cerchiamo quotidianamente di offrire soluzioni e concrete risposte.
Ciò rende ancor più necessaria un’attenta valutazione dei diversi risvolti di una vicenda rispetto alla quale è opportuno fare chiarezza ed esprimere orientamenti che non si esauriscano nella mera presa d’atto delle criticità ma puntino, per quanto possibile, a risolverle. Siamo infatti convinti che la crescita di qualità del lavoro nella scuola dipenda in buona misura anche da un solido, autorevole, indipendente Sistema di Valutazione a cui ricondurre e collegare le pratiche valutative delle comunità professionali interne alle scuole autonome.

Uno sguardo alla normativa
Da un punto di vista normativo è opportuno richiamare l’art. 3 della legge 53/03, che assegna all’INVALSI il compito di effettuare periodiche e sistematiche verifiche sulle conoscenze ed abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa. Con il decreto legislativo 286/04 l’INVALSI è stato individuato come Istituto di riferimento per la promozione e la diffusione della cultura della valutazione, fra cui assume particolare rilevanza la valutazione degli apprendimenti in italiano e matematica delle classi seconde e quinte della scuola primaria, della prima e terza della scuola secondaria di primo grado, e da quest’anno, delle classi seconde delle secondarie di secondo grado, come indicato dalla direttiva MIUR 67/10. Tutta l’operazione di rilevazione è funzionale ad accrescere la capacità di leggersi e migliorarsi, e questo vale tanto per le singole scuole quanto per il sistema nel suo complesso.

Valutare, perché e per chi
È bene evidenziare che per la lettura del Sistema Nazionale è sufficiente l’azione condotta direttamente dall’INVALSI su un campione di scuole, con la presenza di operatori esterni che seguono direttamente le fasi di somministrazione/correzione delle prove e di elaborazione dei dati. È tuttavia evidente che la finalità ultima del sistema di valutazione è di permettere alle scuole di saper progettare autonome azioni di miglioramento con valore didattico: per questa ragione il lavoro con le “prove INVALSI” non dovrebbe essere vissuto solo come ingiustificato onere aggiuntivo, ma diventare espressione di un più qualificato esercizio della professione docente sia nella dimensione individuale che in quella collegiale. Il CCNL, peraltro, offre l’opportunità di riconoscere e compensare attraverso il fondo di istituto eventuali aggravi di lavoro, ed è questa infatti la via perlopiù seguita fino ad oggi; va comunque ricercata la possibilità di destinare ulteriori specifiche risorse ad un percorso innovativo di particolare rilevanza, di cui le diffuse pratiche valutative sono parte integrante ed essenziale. È indispensabile che tale processo trovi da parte del MIUR, più di quanto sino ad oggi non sia avvenuto, un adeguato sostegno volto a promuovere una diffusa cultura della valutazione nella scuola, a partire dall’indispensabile riconoscimento del ruolo assegnato all’INVALSI, assicurando il necessario supporto formativo alle istituzioni scolastiche e puntando ad una piena valorizzazione del personale cui è affidata la gestione delle procedure. Vanno quindi promosse azioni di più consapevole coinvolgimento delle scuole, assicurando oltre al supporto formativo anche un’integrazione di risorse per riconoscere gli eventuali carichi di lavoro aggiuntivo per i docenti e per il personale degli uffici di segreteria.

L’incontro INVALSI - sindacati
L’incontro svoltosi il 30 marzo scorso tra INVALSI e Organizzazioni Sindacali ha permesso anzitutto di chiarire alcuni degli aspetti più controversi delle procedure in atto. L’INVALSI ha voluto ribadire in particolare la comprovata validità scientifica dei test predisposti, l’assenza di qualunque nesso tra l’esito della rilevazione ed ipotetiche procedure premiali, la piena ed esclusiva titolarità delle singole istituzioni scolastiche nella gestione dei dati elaborati e restituiti dall’istituto. Si è convenuto sulla necessità che si consolidi uno stretto rapporto di relazione e dialogo con le scuole, che gli stessi ricercatori presenti all’incontro indicano come fattore essenziale di cui si è tenuto conto anche in sede di elaborazione e verifica della congruità dei test; sono state evidenziate le criticità meritevoli di ulteriore attenta considerazione, e fra queste soprattutto la prova integrativa dell’esame di stato conclusivo del primo ciclo e il suo peso in relazione alla valutazione complessiva, ferma restando l’esigenza di rendere più comparabili, e quindi più attendibili e solidi, i titoli di studio rilasciati dalla scuola pubblica.


Obiettivo: una scuola pubblica migliore
È in ogni caso necessario che il confronto sulla gestione delle procedure di valutazione di sistema sia ripreso quanto prima con un pieno coinvolgimento dell’Amministrazione, poiché l’obiettivo di dare forza e prospettiva ad una strategia di miglioramento della qualità dell’offerta formativa esige una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti che ne devono essere protagonisti, ciascuno per le proprie competenze, ma nel segno di una condivisa sinergia: istituzioni scolastiche autonome, INVALSI, Ministero. Non è immaginabile in questo campo un esercizio delle prerogative dell’autonomia che non tenga in debito conto le esigenze di unitarietà del sistema formativo pubblico. Affrontare e risolvere gli elementi di possibile conflitto, far emergere e valorizzare le opportunità di una positiva convergenza per una crescita del valore e della qualità della scuola pubblica: è la direzione verso cui si orienta, anche in questa circostanza, l’azione della CISL Scuola. cislscuola.it





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Postato il Giovedì, 07 aprile 2011 ore 07:00:00 CEST di Michelangelo Nicotra
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