Due cose
mancano alla scuola in Italia diceva Don Sturzo: libertà e mezzi.
La stessa libertà di cui gode il ministro Gelmini, e che usa con tagli
indiscriminati da ormai 3 anni di seguito, dimezzando le risorse,
tagliando qua e là, ma soprattutto, continuando a decimare il numero
dei docenti.
L’ultimo allarme lo manda la Cgil
Sicilia, che diffonde dei dati e lancia l’sos: 19700 tra professori e
maestri in meno, di questi 2534 in Sicilia che, primato poco
invidiabile, sarà la regione a subire il colpo più duro.
Tradotto in termini pratici, come sottolinea il segretario regionale
della Flc Giusto Scozzaro, vuol
dire meno insegnanti di inglese nella scuola primaria, classi sempre
più numerose, il tutto a discapito chiaramente dell’offerta formativa.
Una questione, quella del taglio agli insegnanti di lingua
inglese, che crea non pochi malumori tra i corridoi di scuola, non
tanto tra i ragazzi quanto tra gli stessi docenti.
E la ragione si spiega in termini pratici con esempi molto semplici: il
malumore nasce dal rimettersi sui libri anche a 40 anni o più, per
imparare una lingua che, ognuno ovviamente ha il sacrosanto libero
arbitrio di imparare, mettendosi in discussione quando lo si vuole.
Ma imparare per sé è un conto, imparare per insegnarlo agli altri in un
men che non si dica è già tutt’altra storia. E questo per effetto di
quella che in termine tecnico è stata definita la generalizzazione
dell’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria, prevista
dalla riforma Gelmini e dalla sua idea di maestro unico.
Già la finanziaria del 2005 prevedeva la formazione linguistica al fine
di una progressiva scomparsa dell’insegnante di lingua straniera. Poi
ci ha pensato il Piano Programmatico del 2008, con un decreto
convertito successivamente in legge, il numero 133 per l’esattezza. Da
qui la brillante idea di istituire un corso obbligatorio, di 150200
ore, che gli insegnanti dovranno seguire, fuori dall’orario scolastico.
Al termine di questo corso accellerato, si dovrà essere in grado di
insegnare ai propri alunni l’inglese.
Le riserve su quest’ultimo punto sono ancora tutte da sciogliere,
operare tagli sì, ma verrebbe da pensare, a che prezzo? Libertà e
mezzi, non più capidaldi ma sbiaditi accessori della Scuola Pubblica.
(di Vincenzo Leone da http://www.hercole.it)
redazione@aetnanet.org