Sempre più
ragazzi e adolescenti si affacciano al mondo delle nuove tecnologie
informatiche con un mix di curiosità ed ingenuità, non senza rischi e
pericoli se non si possiedono tutte le conoscenze specifiche per
navigare con sicurezza nel variegato mare di Internet. Occorre, dunque,
sorvegliare le fonti e controllare gli accessi per poter essere
protetti da eventuali “cattive avventure”.
È questo il contenuto della relazione, dal titolo “Connessioni
pericolose”, che il prof. Carlo Alberto Romano, docente associato di
Criminologia Penitenziaria dell’Università Statale di Brescia e
presidente dell’Associazione “Carcere e Territorio” della città
lombarda, ha tenuto nei giorni scorsi agli alunni della scuola
secondaria di primo e di secondo grado, dell’istituto S. Maria degli
Angeli di contrada delle Brassiche.
Gli studenti, appassionati “consumatori” di Internet, Facebook,
Twitter, Google, hanno trascorso un’intera mattinata dialogando con il
relatore, il quale si è rivolto ai ragazzi invitandoli a stare sempre
attenti a quello che trovano nelle loro navigazioni in rete: “Quando in
biblioteca cerchiamo un libro, sappiamo che cosa stiamo rintracciando;
quando invece accendiamo il nostro pc, siamo “invasi” da una serie di
documenti, filmati, immagini che non abbiamo voluto individuare:
occorre affinare le nostre capacità critiche, selezionare le fonti”. È
necessario, di conseguenza, mettersi in relazione solo con le persone
che si conoscono, evitando di “dare amicizie” o di rivelare la propria
identità agli sconosciuti. Un altro tema sollevato dal prof. Romano,
nel suo intervento, ha riguardato la questione dell’educazione ai mass
– media. “Ai genitori, agli insegnanti ed agli educatori è richiesta
una particolare e accurata preparazione per accompagnare i ragazzi ad
un consapevole utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione. La rete,
se ben utilizzata, rappresenta un’opportunità; ma se non controllata
può condurre a dipendenza o, peggio ancora, a spiacevoli rischi e
inconvenienti”.
La scuola, quindi, la più importante “agenzia educativa” della nostra
società non può ignorare o far finta di niente di un fenomeno diventato
ormai così importante nella vita dei ragazzi di oggi. O, forse, la
scuola ritiene che facebook sia un “concorrente sleale” o, peggio
ancora, un “avversario” ostico e difficile da abbattere. Le nuove
tecnologie sono, invece, una sfida che le istituzioni scolastiche
devono cogliere e saper affrontare con intelligenza e buon senso. Forse
la scuola, ai tempi della Gelmini, ha paura di perdere la “battaglia”,
combattuta con le sole armi delle lezioni frontali, delle nozioni e dei
tagli indiscriminati di docenti e di ore di didattica.
La rete, invece, usata correttamente, può aprire scenari inimmaginabili
e insperati di ricerca, approfondimento, comunicazione e informazione.
Internet può essere un valido supporto alla didattica e all’istruzione;
un formidabile alleato dei ragazzi e della scuola. Un compagno di
studio e di gioco. Le idee e le speranze del futuro dei giovani a
portata di mouse.
Basta tenere gli occhi ben aperti. Come direbbe la mia simpatica
collega che ama il dialetto: “Stamu
attenti picciotti!”.
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it