A partire da
settembre la scuola cosentina si troverà com quattrocento docenti e
trecento Ata in meno. A lanciare l'allarme, questa volta, è il
segretario provinciale della Flc Cgil, Pino Assalone, che snocciola i
dati «ufficiali forniti dall'Usr» sui tagli al personale. La provincia
di Cosenza, dice, è quella più colpita con meno 23 docenti nella scuola
dell'Infanzia, meno 129 nella Primaria, meno 44 nella scuola Media e
meno 197 nella scuola Superiore. Il totale è di 393 insegnanti in meno.
«A questi, ma i dati non sono ancora stati resi noti - precisa Assalone
-, si aggiungeranno altri trecento posti in meno per quanto concerne il
personale Ata». Anche quest'anno, commenta il sindacalista, «purtroppo
molti lavoratori della scuola non avranno un incarico».
Stavolta Assalone tralascia le riflessioni sullo stato di salute della
scuola pubblica, sulla lotta quotidiana dei dirigenti scolastici con i
conti che non quadrano mai. «Ormai - dice abbiamo provato a dare
centinaia di spiegazioni» sul perché la scuola pubblica non navighi in
buone acque «ma una a questo punto sembra quella che più riflette
l'ideologia che spinge questo governo a vedere la scuola pubblica e
coloro che vi lavorano come i nemici da abbattere. Demolire la scuola
pubblica a questo punto diventa strategico e il problema politico di
fondo è la gestione della conoscenza come risorsa e ricchezza in quanto
bene collettivo potente capace soprattutto, di condizionare lo sviluppo
di una società e che senza cultura è più facile essere in balia della
precarietà e in alcune zone anche della criminalità organizzata. La
nostra provincia non può sopportare e far finta che nulla possa
accadere e non può sottacere al divario che si creerebbe destrutturando
e picconando quanto di buono, e con tutti i limiti anche oggettivi, la
scuola ha rappresentato per la provincia di Cosenza». (l. carb.)
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