Precari della scuola e professori universitari a contratto dichiarano guerra allo Stato contro i provvedimenti della Gelmini che istituiscono le liste di coda e bloccano i trasferimenti. Un provvedimento dichiarato (a febbraio) illegittimo dalla Corte costituzionale che darà il via alla più grande azione collettiva contro la pubblica amministrazione. Ne abbiamo parlato con Carlo Rienzi, presidente del Codacons.
Presidente Rienzi, cosa sta accadendo?
Sono anni che nella scuola vengono rinnovati rapporti di lavoro con scadenza annuale e anche meno. Contratti nei quali non vengono riconosciute ferie, permessi e quant’altro. Una prassi che va contro la legge sia italiana, che prevede la stabilizzazione per tutti coloro ai quali vengono rinnovati contratti a termine per più di due anni, sia europea. Una direttiva dell’Ue stabilisce infatti che le pubbliche amministrazioni, lo Stato, non possono fare contratti di natura precaria. Ora, quanto sta accadendo con la sentenza di Genova (che stabilisce che chi ha lavorato per più di due anni con contratti precari va stabilizzato riconoscendogli arretrati e risarcimento) sinceramente per noi non è una novità. Ci sono decine di sentenze come quella del tribunale ligure, ma in questo caso l’attenzione mediatica e soprattutto politica è stata maggiore perché c’è una class action che incombe e che conta circa 40mila firme.
Che cosa si può ottenere con la class action?
Con l’azione collettiva che noi stiamo portando avanti non si possono ottenere la stabilizzazione dovuta per gli anni passati e i soldi, ma l’emissione da parte del ministero di provvedimenti di carattere generale a favore di questi precari in attuazione delle direttive europee. La cosa clamorosa è che questa class action ha già più di duecento pagine di nomi. Una cosa gigantesca che ha messo in allerta il ministero, tant’è che in questi giorni è emersa la volontà del governo di emettere un provvedimento per la stabilizzazione.
Quali sono le prossime mosse?
Innanzitutto il ministro Brunetta deve pubblicare la nostra diffida sul sito del ministero, così come prevede la legge sulla class action contro la pubblica amministrazione. Dopodiché devono passare 90 giorni (dalla data della notifica) per il ricorso al Tar del Lazio. Da subito però tutti quelli che non hanno fatto la causa individuale devono mandare una lettera raccomandata come prevede il nuovo collegato al lavoro per impugnare i loro contratti a tempo determinato e poi possono fare la causa presso il tribunale del lavoro. Questo è un passaggio fondamentale per ottenere risarcimenti per gli anni passati perché, ripeto, la classs action non agisce su questo terreno.
A quanto ammonta il risarcimento totale?
Si parla di tre miliardi e mezzo per circa 150 precari della scuola ma noi speriamo di includere anche i professori universitari a contratto. (da http://www.terranews.it/ di Giuliano Rosciarelli )
redazione@aetnanet.org
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Postato il Sabato, 02 aprile 2011 ore 20:07:55 CEST di Pasquale Almirante |
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