Sono 475 le
cattedre che dovranno essere tagliate in Abruzzo per il prossimo anno
scolastico. Il “dictat” arriva dal Miur (ministero Università e
ricerca) e ha due concause: la diminuzione degli alunni (358 in meno
solo per la scuola elementare) e i “tagli” previsti dal Governo. A
rischio i plessi scolastici dei piccoli comuni.
A essere colpite saranno in particolar modo le scuole superiori (che
avranno 250 insegnanti in meno) e le primarie (dove è previsto un
taglio di 215 docenti). Tempi migliori per la scuola dell’infanzia e
per le medie (solo 5 cattedre in meno per entrambe gli ordini in
Abruzzo). Non ci saranno, invece, riduzioni sul
sostegno.
A lanciare l’allarme è il sindacato degli insegnanti Gilda. “Il
problema non è solo in termini di posti di lavoro - spiega il
rappresentante, Claudio Di Cesare - ma soprattutto di qualità.
Alle elementari per esempio c’è il grave problema dei maestri di
inglese. Ben cento degli assunti laureati in Lingue dovranno andare a
casa per essere sostituiti da maestri già assunti che, con un anno di
corso ideato dal ministero, saranno abilitati all’insegnamento della
lingua. È evidente che in questo modo la qualità diminuirà
necessariamente”.
Sempre per quanto riguarda la primaria nella sola provincia dell’Aquila
è previsto un taglio di 55 maestri. “Il dato deriva in primis dal
decremento di alunni: 80 in meno rispetto al 2010-11, anno in cui ne
abbiamo persi 800 in seguito al terremoto - spiega Di Cesare - Siamo
passati, infatti, da 11.143 iscritti di quest’anno scolastico alle
elementari della provincia dell’Aquila a 11.063 del prossimo”.
A differenza del 2010-11 la diminuzione degli alunni per il prossimo
anno alle scuole elementari dell’Aquila è in linea con quello delle
altre province: 128 a Chieti, 50 a Pescara, 100 a Teramo, per un totale
di 358 alunni in meno alle elementari abruzzesi.
“Dal prossimo anno non sarà neanche più possibile utilizzare i fondi
del terremoto - continua Di Cesare - perché il Governo li ha spalmati
su tre anni fino al 2011, non pensando che l’anno scolastico termina
nel 2012. Con quei soldi per quest’anno sono stati occupati circa 200
docenti a tempo determinato più del previsto”.
Per il 2011-12 si passerà dunque da 14.527 docenti a 14.052, con un
taglio del 3,27 per cento contro una media nazionale pari al 3,17
per cento. “Non è stato tenuto in nessun conto il fatto che quello
abruzzese, e aquilano soprattutto, è un territorio terremotato -
afferma Di Cesare - e il rischio concreto è che scompaiano alcuni
plessi nei comuni più piccoli”.
A far tirare un sospiro di sollievo ai docenti sono i pensionamenti, in
numero maggiore rispetto al previsto. “C’è stato un fuggi-fuggi -
conclude il rappresentante di Gilda - A Chieti sono andati in pensione
225 docenti, 209 all’Aquila, 134 a Pescara, 189 a Teramo. In totale in
757 lasceranno il lavoro. Con questi dati, comunque, non ci sarà posto
per i precari. Ci sono, infatti, ancora i soprannumerari creati lo
scorso anno a causa della diminuzione degli alunni che devono essere
riassorbiti, oltre ai tagli del ministero”. (m.c.) (da
http://www.abruzzoweb.it/)
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