Sei scuole
in Italia studiano il percorso formativo da mettere in interazione con
le altre scuole in America, Asia, Africa ed in Inghilterra.
Nella scuola, luogo e momento di aggregazione sociale, il dialogo
diventa prassi e stile di relazione educativa e consente di
dare efficaci risposte alle nuove esigenze della
società di oggi che si consolida sempre più nella dimensione
multietnica e multiculturale.
Accanto all’interculturalità, che connota l’integrazione dei popoli, la
dimensione religiosa, che fa parte dell’uomo e non è una
sovrastruttura, si innesta nel dialogo di relazione e di scambio tra le
persone che, come cittadini del mondo, collaborano “insieme” e
“non solo accanto” al processo di costruzione di un mondo
migliore.
Ed ecco lo slogan “Educare comunicando e Comunicare
educando”, che sintetizza le finalità e gli obiettivi che
declinano ed accompagnano l’azione educativa e formativa della scuola
nel l suo compito istituzionale di “servizio” per la crescita
sociale e civile della comunità nella quale opera.
L’esplicitazione delle azioni da mettere in atto: “Per un agire
comunicativo nella vita quotidiana della scuola”; “Per
imparare a dialogare”; “Per crescere come persona e come
cittadini” costituisce la segnaletica del
percorso formativo da realizzare guidando ed indirizzando gli
educatori (docenti e genitori) verso una corretta comunicazione ed un
positivo intervento formativo, e quindi gli studenti che chiedono
alla scuola le risposte ai loro perché ed in essa
realizzano il processo di crescita e di formazione
aprendo gli occhi al verso e scoprendo la dimensione dei Valori e
dell’Assoluto.
Come tutti i progetti anche il FACE TO FAITH promosso
dalla TONY BLAIR FOUNDATION, presente nei diversi Continenti e per
l’Europa in Inghilterra ed ora in Italia, diventa epifania di un “atto
intenzionale”, attraverso il quale, coloro che lo condividono ed
intendono realizzarlo, mettono in atto un loro desiderio. Scriveva,
infatti Tomas Maldonado che “ quando speriamo in qualcosa, vuol dire
che abbiamo qualcosa da dire e da realizzare. Diventa, infatti
inutile ed infruttuoso l’avvio di un progetto, quando non si ha
nulla da dire, niente in cui sperare e nulla da comunicare”.
Tony Blair, infatti, al termine del suo mandato di “primo
ministro” ha dedicato la sua azione “politica” a servizio della
ricerca religiosa, fonte di dialogo interculturale tra i popoli.
Come fare a non ribadire che la scuola, luogo di educazione si fonda
sul dialogo ? Come si può costruire una vera relazione tra le
persone se le diversità vengono considerate barriere ed ostacoli
?
Oggi sperimentiamo sempre più che la diversità colora la scuola e
caratterizza i saperi ed i volti dei nostri ragazzi..
Il progetto di formazione e di ricerca-azione, coinvolge
direttamente i docenti, ma è destinato agli alunni delle
scuole secondarie di primo grado ed intende favorire
nelle scuole un nuovo stile comunicativo e creare le condizioni
di un efficace ambiente di cooperazione, al fine di
prevenire i disagi e recuperare gli svantaggi;
qualificare il rapporto interpersonale (che suppone quello con se
stessi e con la realtà) tra tutti i soggetti coinvolti nelle comunità
scolastiche; educare a una cittadinanza attiva e responsabile e
quindi “educare alla mondialità”
Le sei scuole d’Italia coinvolte nel progetto
sperimentale: “Settembrini” di Roma; “Casteller” di Paese
(Treviso); “Bobbio” di Torino; “Cuoco Sassi” di Milano;
“Michelangelo” di Bari e “Parini” di Catania che aderiscono al progetto
sono impegnate a progettare interventi educativi volti a realizzare una
maggiore reciprocità nei rapporti tra alunni e insegnanti e tra gli
stessi alunni .
Introducendo un nuovo stile comunicativo all’interno della
scuola, si promuove una reale cooperazione tra
docenti e studenti nella convergenza dei comuni obiettivi
formativi,dei metodi che vivificano l’attività di
didattica, dei criteri di valutazione, che coinvolgono
l’andamento umano e culturale del gruppo-classe, così da attivare un
interscambio di saperi, e di culture, anche in vista di un
effettivo orientamento circa il proseguimento degli studi e le scelte
professionali.
Il positivo clima di confronto di idee e di esperienze culturali
che coinvolge le diverse componenti della scuola favorisce
inoltre molteplici iniziative: incontri con adulti e scambi
generazionali, cooperazione con altre istituzioni culturali,
realtà sociali, agenzie educative, così da allargare gli
orizzonti e consentire alla scuola di aprirsi alla globalità,
avviando così un rapporto costruttivo, critico e
problematico dei giovani nei confronti della realtà sociale e
politica, attraverso la discussione in classe, la lettura e
la comprensione dell’attualità e della storia contemporanea ,
anche attraverso i giornali e le testimonianze dei rappresentanti
della società civile e delle Istituzioni.
Gli incontri, i dialoghi e gli scambi culturali tra studenti di
diversa provenienza favoriscono un allargamento di orizzonti culturali
ai quali la scuola ha il dovere di dare seguito, aprendo le finestre
della classe e guardando con occhi nuovi la variegata realtà umana che
ci circonda.
Giuseppe Adernò
redazione@aetnanet.org