A scuola si imparerà l'Inno di Mameli, ma non si
studieranno, o almeno non si studieranno per legge, i «simboli
identitari della regione di appartenenza».
Niente canzoni popolari, niente inni in dialetto. La Commissione
Cultura della Camera ha respinto l'emendamento della Lega Nord che lo
prevedeva.
E ora la proposta di legge per l'introduzione dell'insegnamento
dell'inno nazionale nelle scuole elementari e medie continuerà il suo
iter alla Camera, così come è nata, senza ulteriori modifiche.
Fallito, dunque, il tentativo di mediazione con il Carroccio: al vaglio
delle altre Commissioni parlamentari arriverà un testo composto da
unico articolo che, se dovesse passare in via definitiva (la Lega
paventa il flop), introdurrà «l'insegnamento dell'inno nazionale e dei
suoi fondamenti storici e ideali» già a partire dal prossimo anno
scolastico 2011/2012. La proposta, lanciata da Paola Frassinetti, ha
raccolto fin da subito i consensi dell'opposizione, ma non quelli della
Lega Nord, che per cercare un compromesso aveva proposto due
emendamenti.
Uno, ritirato prima della votazione, chiedeva l'affissione, in ogni
classe delle scuole elementari e medie, di un pannello con i colori
della bandiera regionale con stampato il testo del «Nabucco - Và
Pensiero», l'altro l'insegnamento dei simboli territoriali.
Con la bocciatura di quest'ultimo, afferma Paola Goisis (Lega Nord),
«viene meno la possibilità di una mediazione. Siamo contrari a questa
legge, anche perchè per avallarla servirebbe a monte una modifica alla
Costituzione che inserisca l'inno nazionale tra i simboli identitari
del Paese, come la bandiera e la lingua italiana».
Ora, aggiunge Goisis, «aspettiamo i pareri delle altre Commissioni, ma
con la nostra posizione sparisce la possibilità di approvare questa
legge direttamente in Commissione, in sede legislativa». Le previsioni
della deputata del Carroccio vanno ancora oltre: «Questa proposta di
legge non arriverà in aula. Rischia di morire qui, perchè - azzarda -
si eviteranno spaccature nella maggioranza».
Per Frassinetti però è «prematuro» dire che il testo di legge è vicino
al naufragio. «Prima bisogna aspettare il parere consultivo delle altre
Commissioni e poi si deciderà come procedere». Manuela Ghizzoni del Pd,
che definisce la proposta di legge «snella, precisa e con un valore
unitario e identitario», fa notare alla Lega Nord che «in Commissione
ci sono i numeri per approvare il testo in sede legislativa: in tutto
siamo 44, i leghisti sono solo 4. Basta il voto di 4/5 dei componenti
perchè il testo diventi legge». «La Lega», conclude Pierfelice Zazzera
(Idv), «ha tenuto coerentemente la sua posizione. Ma questa legge non è
ideologica, è di tutti». Se il testo passerà, almeno un risultato il
150° dell'Unità lo ha ottenuto. (da
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