Il consiglio
d'amministrazione dell'Istituzione Istruzione Infanzia del Comune di
Ravenna, presieduto dall'assessore Elettra Stamboulis, ha deliberato
nella seduta di venerdì, un lieve aggiustamento della tariffazione
sperimentale per le mense scolastiche che partirà da settembre 2011.
Contro questa scelta si scaglia subito Alvaro Ancisi, capogruppo di
Lista per Ravenna, che annuncia che la petizione
L'Assessore Stamboulis commenta questa scelta: "Ho promosso una
campagna d'ascolto tra i genitori, attraverso incontri con singoli,
rappresentanti, assemblee circoscrizionali e focus group per capire
quali erano i punti che non trovavano comprensione tra i nostri
cittadini dei recenti cambiamenti tariffari: è emerso che
l'applicazione del forfait, malgrado in realtà tenga ulteriormente
calmierati i costi sull'anno, non è gradito a un gran numero di
genitori delle elementari del tempo pieno, che preferiscono avere
l'opportunità di pagare i singoli pasti.
Visto che di fatto, tale opzione non cambia i principi ispiratori
della riforma, ovvero maggiore equità, progressività nella
partecipazione ai costi del diritto allo studio e pari opportunità per
tutti i bambini, senza distinzioni sociali, ho valutato opportuno
apportare questo piccolo aggiustamento. La nostra amministrazione vuole
continuare a fare la cosa giusta, cioè offrire a tutti le stesse
opportunità scolastiche, difendere la scuola pubblica, che è di tutti,
al di là dei redditi delle famiglie, e agire nei principi
costituzionali. Ma vuole anche ascoltare e comprendere le istanze dei
cittadini. L'ascolto è per me lo strumento principe della politica. Il
nostro impegno è quello di migliorare sempre la qualità del servizio,
non cedere ai ricatti governativi che ci rendono difficile
l'amministrazione pubblica, proseguire sulla strada dei controlli per
trovare i furbetti, e difendere sempre i diritti dei bambini che sono i
più esposti ai venti della crisi".
"L'annuncio dato dall'assessore Stamboulis è mistificante per due
ragioni, afferma Ancisi -:passare dalla tariffa mensile per dieci mesi
annuali, facendo pagare anche i pasti non consumati per le assenze dei
bambini e per larga parte dei giorni di vacanza, al "pagare i singoli
pasti consumati", è una retromarcia a 180 gradi, che modifica
radicalmente, secondo equità, il sistema di pagamento del servizio.
Inoltre la "campagna di ascolto" significa, in realtà, aver alzato
bandiera bianca di fronte alla reazione plebiscitaria di tutte le
scuole prodotta esclusivamente dalla petizione lanciata da Lista per
Ravenna, che, ai primi due punti recita, appunto: "si applichi la
tariffa per la mensa sul corrispettivo di un pasto giornaliero e non su
virtuali consumi mensili; la tariffa richiesta dal Comune alle famiglie
sia dovuta solo per i pasti effettivamente consumati dai propri figli,
sulla base delle presenze annotate nel registro mensa della scuola".
Del resto, le famiglie neppure sapevano che avrebbero dovuto pagare i
pasti anche durante le malattie dei loro figli e nei giorni di vacanza,
fino a che non l'abbiamo pubblicizzato noi, il 5 febbraio".
"Pubblicheremo il lungo elenco di scuole in cui la sottoscrizione della
petizione avviene su moduli richiestici da rappresentanti
delle famiglie che neppure conoscevamo e che finora ci hanno dato già
un migliaio di firme. Il primo giorno di lancio della petizione,
Stamboulis dichiarò ai giornali che la petizione era "menzognera", che
la raccolta delle firme era "scorretta e illegale" e che avrebbe
"proceduto per vie legali". Si è rimangiata anche questo (come aver
fatto un "ripasso" di pastasciutta) e può ringraziare il nostro spirito
compassionevole se non l'abbiamo querelata noi per diffamazione, come
il nostro legale ci aveva consigliato.", continua Ancisi
"La petizione continua fino al 31 marzo, per tre importanti ragioni -
spiega Ancisi - l'annunciato cambiamento del sistema tariffario dovrà
essere deliberato dal consiglio comunale, che ancora non conosce i
termini esatti della proposta. Intanto, pur avendo molto da ridire
sulla modulazione delle tariffe in base al reddito ISEE, la graduazione
non più mensile (da 45,00 euro a 134,00) ma a pasto dovrà seguire, a
nostro giudizio, lo schema seguente già previsto per i pochi casi di
sezioni scolastiche in cui la mensa è prevista non per cinque giorni
settimanali, ma per uno o due o tre. Dovranno essere esclusi ulteriori
aumenti per le tre fasce superiori che, rispetto al costo per pasto di
5,01 euro, iva inclusa, comprensivo dell'intero servizio mensa,
fatturato dalla CAMST al Comune, sono chiamate a pagare di più e che
sono pur sempre circa 3 mila su 9 mila 300 iscritti. Non ci sarebbe più
proporzione tra il dare e l'avere, rispetto ad un prelievo che continua
ad essere una tariffa, non una tassa. Va peraltro chiarito, rispetto
alle divagazioni del sindaco, che: il costo per pasto pagato dal Comune
alla CAMST è tra i più alti in assoluto; i confronti con altre città
non sono pertinenti perché ciascuna, compresa la sempre citata Parma,
offre molti altri vantaggi sociali rispetto a Ravenna; se due fasce di
utenti su sei pagheranno di meno e una terza la stessa tariffa
applicata oggi, pari a 4,7 euro, è soltanto perché pagheranno, con la
battaglia vinta da Lista per Ravenna, solo i pasti consumati. Sarebbe
bastata qualche malattia per "mangiarsi" la convenienza. Resta aperto
il terzo punto della petizione: "l'esenzione dal pagamento sia
autorizzata dal servizio di assistenza sociale (ex Consorzio, ora ASP),
com'è sempre stato ed è tuttora, previo rigoroso accertamento delle
condizioni effettive di bisogno a prescindere dal basso reddito
dichiarato". Non dovrà essere automatico che, passando dagli attuali 15
"poveri" per i quali la mensa è pagata dall'ASP, com'è nei suoi
compiti, sulla base dei 10 milioni ricevuti annualmente dal Comune di
Ravenna, si passi a 652 a carico delle famiglie paganti, solamente
perché le rispettive famiglie dichiarano un improbabile reddito ISEE
inferiore a 3 mila euro. L'analisi delle condizioni di povertà dovrà
essere più approfondita, cosicché non succeda che i "furbetti" che
lavorano in nero senza pagare le tasse non paghino neppure le tariffe
sui servizi ricevuti dal Comune. Insisteremo anche sull'ultimo punto
della petizione: "nella distribuzione dei pasti, si faccia attenzione,
per ogni bambino, al giusto apporto calorico, se necessario anche con
una modesta aggiunta alla quantità di una portata". Non è discorso di
oggi, e lo riprenderemo. Ma non va dimenticato".
(da http://www.romagnaoggi.it/)