Il Milleproroghe
non ha rinnovato la misura delle supplenze prioritarie per il prossimo
anno. Potrebbero perdere il posto circa 14 mila prof e 20 mila Ata
Fortuna che ci saranno circa 30 mila pensionamenti. Fortuna, ché così
bilanciano i 19 mila tagli e anzi lasciano sul mercato circa 11 mila
posti da far coprire con nuove assunzioni, a tempo indeterminato o
determinato lo si vedrà nelle prossime settimane. E così il numero dei
precari aspiranti a un'assunzione prioritaria dovrebbero calare a 13-14
mila, rispetto ai 25 mila dello scorso
anno.
Ma il problema vero è che per il prossimo anno non ci sarà nessuna
misura speciale per la tutela dei precari che hanno perso il posto a
seguito del piano di razionalizzazione del governo avviato con il
decreto legge 112/2008. Il cosiddetto salvaprecari, infatti, non è
stato rinnovato dal Milleproroghe. Lo scorso anno ci sono state 25 mila
domande di accesso dei prof al salvaprecari, la lista regionale per le
assunzioni prioritarie, quest'anno è probabile che il numero scenda di
11 mila unità,visti i pensionamenti che hanno sueprato i tagli (il
discorso ovviamente non tiene conto delle corrispondenze tra cattedre):
si arriverebbe cosi a circa 14 mila docenti. Diverso il discorso per
gli Ata: lo scorso anno erano stati 12 mila domande di bidelli e
amminsitrativi perdenti posto, quest'anno ci sono stati 15 mila tagli e
solo 7 mila pensionamenti. Per cui il numero sale e arriverebbe a quasi
20 mila. Anche per loro, salvo un intervento legislativo ad hoc, nessun
accesso privilegiato ai contratti di sostituzione. Il ministero
dell'istruzione in queste ore sta cercando di correre ai ripari.
Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, i vertici di viale Trastevere
stanno esaminando la possibilità di ricorrere a un provvedimento
autonomo di proroga. Un intervento legislativo in cui, sempre stando
alle indiscrezioni, potrebbe essere affrontato anche il dossier delle
graduatorie permanenti. Il ministro dell'istruzione, Mariastella
Gelmini, deve dire chiaramente infatti cosa intende fare per dare
attuazione alla sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato
l'inserimento in coda nelle province aggiuntive. E potrebbe non bastare
un provvedimento amministrativo. L'inserimento a pettine
significherebbe rivoluzionare le posizioni di circa 230 mila precari.
Il ministro potrebbe essere tentato allora dall'ipotesi di aggiornare
le posizioni ma per una sola provincia. Per ora solo una tentazione.
(di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi)
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