La FLC CGIL sostiene
la lotta del popolo libico per rivendicare la democrazia e il rispetto
dei diritti umani e civili.
I giovani, come già successo in Tunisia e in Egitto, sono i
protagonisti della richiesta di libertà senza della quale non ci potrà
mai essere un effettivo progresso sociale dei Paesi del mediterraneo.
Per queste ragioni i diritti umani e civili devono entrare a pieno
titolo in ogni trattato internazionale quale condizione per affrontare
le questioni dello sviluppo e della cooperazione.
Il massacro di civili da parte di Gheddafi, ricevuto con tutti gli
onori e perfino osannato da parte del Presidente del Consiglio
Berlusconi, deve essere fermato ma non può essere la guerra la
soluzione. I bombardamenti rischiano di colpire le popolazioni civili e
alla fine determinano ostilità ed odio nei confronti dell'occidente
perché producono solo morte e distruzione. Per mesi la comunità
internazionale e l'Europa hanno esitato a raccogliere la domanda di
aiuto da parte degli insorti libici. Si è passati direttamente
all'azione militare senza prima aver deciso efficaci iniziative di
deterrenza che costringessero Gheddafi ad arrestare il
genocidio.
La risoluzione dell'Onu per l'instaurazione della No Fly Zone
non può essere interpretata come intervento militare ma deve costituire
la condizione per assistere e difendere la popolazione civile anche
attraverso una forza di interposizione di pace.
È necessario perciò far tacere immediatamente le armi ed aprire la
strada all'azione diplomatica per riconsegnare al popolo libico il
diritto alla piena sovranità sul futuro del proprio Paese e sul
controllo delle fonti energetiche.
Il tema della pace non può essere mai cancellato perché la guerra non
deve essere il modello di governo del mondo. (da Flc-Cgil)
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