Il prossimo anno
scolastico comincerà con 19.700 docenti in meno rispetto all'anno
scorso. A tanto ammonta (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi del 2
marzo scorso) il taglio apportato dall'amministrazione centrale agli
organici del personale docente, in attuazione del piano programmatico
previsti dall'art. 64 del decreto legge 112/2008, la prima manovra
correttiva dei conti pubblici del ministro dell'economia, Giulio
Tremonti.
Che quest'anno va a regime. E dunque, salvo ulteriori
provvedimenti taglia-cattedre, i tagli di quest'anno dovrebbero essere
gli ultimi. Per mettersi in linea con le disposizioni del piano
programmatico anche quest'anno il ministero dell'istruzione ha alcuni
schemi di decreto. E, come da prassi, ha già impartito le prime
disposizioni agli uffici periferici (circolare 21 del 14 marzo). Tra
queste anche quelle riguardanti la riduzione a 32 ore settimanali di
lezione per gli istituti tecnici, che dal prossimo anno andrà a regime
in tutte le classi (nota 271, sempre del 14 marzo). Così da disporre
per tempo le operazioni di avvio del prossimo anno scolastico. Il
dicastero di viale Trastevere, peraltro, ha confermato i parametri di
costituzione delle classi fissate dal decreto del presidente della
repubblica 81/2009, raccomandando ai dirigenti scolastici di non
sforare i tetti massimi e di distribuire gli alunni nelle classi
evitando di affollarne alcune a discapito di altre. Una precisazione
molto attesa nelle scuole. Nell'infanzia, dunque, le classi dovranno
essere costituite con un minimo di 18 e un massimo di 26 alunni,
elevabili fino a 29 , se non sarà possibile distribuire le iscrizioni
in eccedenza presso altre scuole. Le classi di scuola primaria dovranno
essere costituite con un numero di alunni non inferiore a 15 e non
superiore a 26, elevabile fino a 27 qualora residuino resti. Le
pluriclassi, invece, da non meno di 8 e non più di 18 alunni. Nelle
scuole e nelle sezioni staccate funzionanti nei comuni montani, nelle
piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze
linguistiche potranno essere costituite classi, per ciascun anno di
corso, con un numero di alunni inferiore al numero minimo previsto, ma
comunque non inferiore a 10 alunni. Per quanto concerne le scuole
secondarie di I grado, il limite minimo di alunni per ogni classe è di
18 e il massimo è di 27 alunni, elevabili fino a 28 qualora residuino
eventuali resti. Ma nelle scuole dove le iscrizioni alla prima classe
non supereranno le 30 unità si procederà alla costituzione di un'unica
classe. Le seconde e le terze classi saranno costituite con un numero
pari a quello delle prime e seconde di provenienza. Sempre che il
numero medio di alunni per classe sia pari o superiore a 20 unità. In
caso contrario, si procederà alla ricomposizione delle classi,
distribuendo gli alunni un po' per parte, fino al raggiungimento dei
minimi previsti dal regolamento. Nelle scuole secondarie di II grado le
prime classi saranno costituite con non meno di 27 alunni per classe.
Fino a un massimo di 30. Le classi del primo anno di corso di sezioni
staccate, scuole coordinate, sezioni di diverso indirizzo o
specializzazione funzionanti con un solo corso dovranno essere
costituite con un numero di alunni di norma non inferiore a 25. Sarà
consentita però la costituzione di classi iniziali articolate in gruppi
di diversi indirizzi di studio, purché le classi stesse siano formate
da un numero di alunni complessivamente non inferiore a 27 e il gruppo
di alunni di minore consistenza sia costituito da almeno 12 unità. Resta fermo il limite di 20 alunni per le
classi iniziali delle scuole di ogni ordine e grado in presenza di un
alunno portatore di handicap. . Il prezzo più alto al nuovo piano di
razionalizzazione lo paga la Sicilia con 2534 cattedre in meno.
Seguono la Lombardia con 2415 cattedre tagliate e la Campania con 2234
insegnanti in meno. Poi il Lazio, a quota -1989, la Puglia a -1878, il
Veneto-1398, il Piemonte a - 1179 e la Calabria a -1093. A guidare la
classifica al di sotto delle mille cattedre in meno, è la Toscana,
regione in cui i tagli cancellano 917 cattedre. Seguono l'Emilia
–Romagna a -881, la Sardegna a- 670, le Marche a -510 e l'Abruzzo a
-475. Intorno a quota -300, La Liguria, il Friuli, la Basilicata e
l'Umbria. Fanalino di coda il Molise con -158. (Da ItaliaOggi di di
Carlo Forte)
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