È l’ora dei
conti. Perché, confermati i tagli alla scuola, «bisogna cercare di far
sì che il sistema tenga» . Il provveditore Giuseppe Petralia promette
che si batterà «perché Milano non venga penalizzata» . Ma intanto i
numeri sono quelli: oltre 2.400 cattedre in meno in Lombardia, di cui
1.400 a Milano A fronte di un aumento degli alunni: 2 mila in più solo
in città. E il rischio che sempre più famiglie debbano rinunciare al
tempo pieno, circa 4 mila per la Cgil. Per questo Petralia studia nuove
sinergie. «In particolare con il Comune per venirci incontro, magari
anche nei servizi per il tempo prolungato» . L’assessore alla Scuola,
Mariolina Moioli, però, è cauta: «Siamo sempre pronti a collaborare
nell’interesse dei bambini e delle loro
famiglie.
Ma aspettiamo di vedere quali sono le risorse destinate a Milano
e l’applicazione della legge 440 (norma sull’aumento dell’offerta
formativa e che destina fondi aggiuntivi agli istituti ndr)» . La
scuola e i tagli. Nonostante le rassicurazioni del governatore Roberto
Formigoni («nessuno in Lombardia» ), per il terzo anno consecutivo,
come previsto dalla legge 133, ci saranno meno insegnanti in organico.
«È una catastrofe, con questi nuovi numeri possiamo dire addio al tempo
pieno» attacca Rita Frigerio (Cisl). Per Attilio Paparazzo (Cgil) «il
sistema è al collasso» . Già nel 2010 «oltre 3 mila famiglie si sono
viste rifiutare le iscrizioni alle 40 ore, quest’anno almeno mille in
più» . E proprio perché le richieste al tempo pieno, in una città come
Milano, sono sempre molto alte («quasi al 95 per cento» ), il
provveditore in una circolare alle scuole è stato chiaro:
«L’organizzazione di classi funzionanti a tempo pieno potrà essere
realizzata nei limiti della dotazione complessiva provinciale
dell’organico di diritto per l’a. s. 2008/09» . In altre parole nessuna
classe in più rispetto a tre anni fa. Petralia prova a rassicurare gli
animi: «Cercheremo di fare il possibile» . E attacca: «La Lombardia è
sempre stata una regione virtuosa ed è anche la più penalizzata» .
Proprio per questo «bisogna far sì che la scuola si fonda con il
territorio, perché in un momento di grande difficoltà per tutti, è
necessario venirci incontro» . Un ponte, quello con Palazzo Marino, che
secondo la Moioli «c’è sempre stato» . Intanto però «bisogna capire
come saranno distribuiti questi tagli» . E assicura: «Noi certamente
non ci tiriamo indietro, ci interessano le nostre famiglie e una
collaborazione di tipo progettuale» . Una possibilità questa che non
piace, in particolare ai sindacati: «Una trovata da campagna
elettorale. Non si possono delegare ad altri ai compiti che sono e
rimangono della scuola. Al ministero vorrebbero subappaltare alcuni
compiti ai genitori, ma non è possibile» spiega Paparazzo. Senza
contare che Petralia «ha fatto diventare il tempo pieno a numero chiuso
e non aperto alle necessità delle famiglie» . E annuncia nuove
mobilitazioni a cominciare da settimana prossima. Si comincia con una
protesta davanti alla Rai, poi ancora presidi e manifestazioni. Per
arrivare allo sciopero generale del 6 maggio. «Non ci fermeremo. Questa
è la resa dei conti» .
(di Benedetta
Argentieri da Corriere della sera)
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