Ci sono troppe
scuole in città e provincia. Tra elementari, medie e superiori sono
165, e sta per scattare la cura dimagrante. Molte sono
sottodimensionate, e non ne sopravviveranno più di 120. Saranno
soprattutto istituti del primo ciclo (elementari e medie) a sparire, ma
la direttrice dell'Ufficio scolastico territoriale (Ust) Maria Rosa
Raimondi, non dice quali. Il numero delle superiori (fanno il 25 per
cento del totale) da tagliare, invece, si conterà sulle dita di una
mano.
E IN CITTÀ a rischiare è il Moretto, che quest'anno ha avuto pochissime
iscrizioni. Tuttavia Raimondi conferma la volontà di salvare l'istituto
dalla «gloriosa tradizione». Il professionale cittadino per l'industria
e l'artigianato passa per una scuola dequalificata, ma «l'immaginario
collettivo non sempre corrisponde alla realtà - dice Raimondi - e il
nostro obiettivo è ricostruire l'immagine della
scuola».
Ci sono pure troppi indirizzi scolastici. Per il 2011-12,
solo in città una buona dozzina resterà al palo per la seconda volta a
causa di pochi «clienti». Sono soprattutto indirizzi di istituti
professionali, ora quinquennali come quelli tecnici. Era in forse pure
Logistica e trasporti all'Itis Castelli, invece, «con le reiscrizioni
riusciremo a raggiungere i 27 per formare una classe», annuncia
Raimondi.
Ridimensionamento delle scuole e degli indirizzi sono i due temi emersi
ieri durante l'audizione di Raimondi nella commissione Istruzione del
Broletto presiduta da Lucio Facchinetti, presente l'assessore Aristide
Peli. Un'audizione insolita, ma insolito è pure il momento. Per il
secondo anno si fanno i conti con le iscrizioni dopo il riordino
seguito alla Riforma. Il biennio di rodaggio è passato. Il consuntivo
dice che i licei tornano in testa con l'apporto delle paritarie, che
licei e tecnici fanno la parte del leone con il 43.15 e il 36.29 per
cento, e lasciano ai professionali un 16 per cento scarso, a cui va
aggiunto il 4.59 dell'Ifp (sorta di cfp dentro le statali).
I LICEI SCIENTIFICI mantengono il primato, seguiti da Finanza e
marketing, dal liceo linquistico e dall'alberghiero. Calano
vistosamente i geometri, e la cosa preoccupa. Ma ora scattano modifiche
e aggiustamenti all'offerta formativa, che - sottolinea Peli - non sarà
più modificata per almeno 5 anni. Ogni scuola avrà la sua identità
(commerciale, tecnica, alberghiera...) e avrà corsi sia tecnici, sia
professionali. E non potrà in alcun modo uscire dai confini
dell'edificio, anzi, le succursali esistenti sono in odore di
soppressione. Tutti gli istituti dichiareranno in anticipo il numero di
alunni che possono accogliere, in modo da evitare il più possibile i
«respingimenti».
Che quest'anno sono stati poco più di 300 (compresi i Cfp) su un totale
di 13.200 iscritti alle classi prime. I più (177) avevano scelto
proprio i Cfp, ma il numero di doti assegnato dalla Regione è limitato
e molti hanno dovuto orientarsi su una scuola statale. Altri 25 hanno
dovuto rinunciare all'Ifp (20 dei quali al Mantegna cittadino), e 73
non hanno potuto fare un liceo. Soprattutto non hanno potuto
frequentare il Leonardo, che ha dovuto respingerne ben 50. Per il
resto, 19 sono risultati in soprannumero negli istituti tecnici
(nessuno in città) e 8 nei professionali. Molti di più, invece, sono i
ragazzi ri-orientati su altri corsi degli istituti scelti, poichè
deroghe al minimo di 27 alunni per classe non sono previste. Le novità
più grosse, tuttavia, si attendono sul fronte della soppressione delle
scuole. Dovrebbero sparirne dalle 45 alle 50, fino a pareggiare con il
numero di presidi ed eliminare le 47 reggenze attuali. In città il
problema non dovrebbe esistere, per le superiori. Anzi, Peli aspetta il
Pgt per capire le scelte del capoluogo sulla collocazione delle sedi
nuove, come quella del liceo artistico Olivieri. Ma ci sono, e dove
siano è da capire.
Mimmo Varone (da http://www.bresciaoggi.it)
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