Divertito e
disponibile, pronto alla battuta come alla polemica, Jovanotti si è
fatto cucinare stamani a fuoco lento da cinquanta studenti della sua
Cortona, dove tutti familiarmente lo chiamano Lorenzo, il vero nome, e
dove da giorni lavora con la band al Tour 2011 che nei prossimi mesi lo
porterà in giro per l’Italia con una nuova raffica di versi in musica.
Cucinare significa ovviamente intervistare: i sentimenti, il successo,
la vita, la scuola, il lavoro, tutti temi che Jovanotti cavalca da
sempre nelle sue canzoni e che i ragazzi dell’Istituto Vegni hanno
abbordato con un fuoco di fila di domande appassionate. Un incontro
ravvicinato del terzo tipo, con miniconcerto a sorpresa incorporato,
organizzato nella Fortezza di Girifalco dal Comune di Cortona (presente
il sindaco Andrea Vignini) con l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze,
nel contesto del progetto Cento itinerari più Uno.
Alla scoperta della Valdichiana al quale partecipano 24 scuole
della valle aretina, per un totale di 57 classi e oltre 1000 studenti.
Giacca blu e jeans, scarpe da tennis e cappellino nero, ossia in
divisa, Jovanotti ha risposto volentieri anche alle ovvie curiosità
sulla scelta di vivere a Cortona, nella Toscana felix che guarda
all’Umbria e al lago Trasimeno.
“Merito della famiglia, di mia moglie Francesca che è di qui”, ha
risposto, “Cortona è una cittadina ideale, cosmopolita perché molto
frequentata anche da stranieri, ma riservata e bellissima. Con la band
lavoro nella Fortezza di Girifalco e grazie alla tecnologia sono in
costante contatto con il resto d’Italia. Semmai vorrei i cortonesi un
po’ più frizzanti e propositivi, mentre li vedo adagiati nel benessere:
del resto qui c’è il panorama, il sole, la storia, la buona cucina. Che
si vuole di più?”
Se però non ha mai dedicato una canzone a Cortona e alla Toscana un
motivo c’è: “Quando si scrive si torna bambini”, ha spiegato, “e io
sono romano, la mia infanzia l’ho vissuta a Roma, dunque ho un
linguaggio urbano che con la campagna ha poco a che fate. Però la vita
è lunga…”
Poi la scuola, uno dei suoi argomenti prediletti avendo un figlia,
Teresa, che a Cortona va alle medie. Di recente, gli hanno chiesto i
ragazzi, hai scritto che la scuola pubblica è come l’acqua del
rubinetto. “Proprio così”, ha confermato, “La scuola pubblica ha tanti
problemi, in quella di mia figlia manca tutto, perfino la carta
igienica”. Subito un coro: “Anche nella nostra”
“Guai però a chi la tocca”, ha aggiunto, “La scuola può essere
cambiata, migliorata, ma mai avvelenata. Se l’acqua del rubinetto è
cattiva sei costretto a comprare l’acqua minerale o l’aranciata. Se
avvelenano la scuola pubblica ti spingono verso quella privata”.
Dalle domande sulla disoccupazione giovanile alla tragedia in Giappone
c’è un salto esistenziale: “Lo tsunami ci fa riflettere sul fatto che
non solo il lavoro, ma la vita stessa è precaria Dunque non bisogna
abbattersi. Si deve invece resistere e lottare. Dopo il diploma occorre
il coraggio di avventurarsi nel mondo, di confrontarsi con altre
realtà, perché è così che si cresce. Poi si può tornare a casa carichi
di esperienze. Bisogna insomma pensare positivo”.
Gli chiedono anche chi lo ha aiutato nella carriera. E dunque:
Ringrazio Claudio Cecchetto che mi ha insegnato molto e mi ha lanciato.
Ma anche Eros Ramazzotti e Piero Pelù con Ligabue. Insieme abbiamo
scritto Il mio nome è mai più, la canzone contro le guerre. Ma
ringrazio tutte le persone che ho incontrato nella vita, perché tutte
mi hanno insegnato e dato qualcosa”.
Alla fine concertino con la band. Jovanotti ha cantato Tutto l’amore
che ho, uno degli ultimi single. E accompagnandosi al piano, con il
coro degli studenti, A te, dedicata alla moglie.
(da http://www.lanazione.it/)
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