Di cosa
parla il Ministro dell’Istruzione a “Che tempo che fa”? A parole, e
senza contraddittorio, difende la scuola pubblica, dichiara che
con le sperimentazioni sulla premialità i lavoratori avranno bonus
da 7000 euro, lamenta la proletarizzazione dei lavoratori della scuola,
li gratifica con la promessa restituzione degli scatti di
anzianità che la legge 122/2011 ha tagliato.
Ma di quale realtà parla il Ministro? È possibile che sia talmente
distante dalla scuola che dovrebbe governare da non conoscere le
conseguenze delle azioni che ha condiviso col suo governo?
Lei nei fatti diffama il personale docente e ATA, giustifica le
scandalose affermazioni del Presidente del Consiglio contro gli
insegnanti e la scuola statale, da tre anni somministra purghe
pesantissime contro la scuola che funziona, contro le richieste e
le attese delle famiglie.
Cosa dobbiamo ancora aspettarci per il prossimo anno
scolastico?
In Lombardia, come nel resto del paese, solo lacrime e sangue, ancora
tagli che si aggiungeranno a
quelli decisi nel 2008: 100.000 sono in parte già andati, ne mancavano
ancora 35.000 circa per
restare negli obiettivi del governo. Lei, il Ministro, non licenzia
nessuno?
Eccolo qui sotto il contributo che pagherà la Lombardia nel 2011 (dati
provvisori del MIUR)
Complessivamente nel paese verranno a
mancare altri 19.700 docenti e 14.500 ATA.
Ma la Lombardia ha 3 problemi
in più:
1) un incremento della popolazione studentesca in controtendenza con il
dato nazionale, ragion per cui il taglio effettivo è di gran lunga
superiore a quello dichiarato;
2) un governo regionale totalmente disinteressato alla difesa della
scuola statale, infatti superfinanzia con 51 milioni di euro la
scuola privata;
3) un direttore scolastico regionale totalmente subalterno a Gelmini,
esecutore materiale delle
incursioni sul Tempo Pieno.
A Milano si realizzeranno poi quelle vere e proprie vendette contro la
nostra scuola che abbiamo già conosciuto lo scorso anno.
Gli uomini della Gelmini si preparano, infatti, ad assestare alla
scuola milanese un taglio più che
proporzionale, senza tener conto dei modelli didattici, del tempo
scuola, delle richieste delle
famiglie. Queste scelte, pesantemente discriminanti, sono del tutto
ignorate da Moratti, Podestà e
Formigoni, sindaco e governatori per lor signori, non certo per le
famiglie milanesi che hanno diritto a una buona scuola per i
propri figli, non al CEPU.
In questo contesto, infine, va letta la recente promozione, "per
merito", del nuovo Provveditore
milanese. Il dott. Petralia, già capogruppo di Forza Italia nel
consiglio comunale di Bergamo, s'è già
fatto capire: i dirigenti scolastici si guardino bene ad assecondare le
richieste delle famiglie, taglino
a monte, scoraggino le aspettative. Petralia fa il suo mestiere,
altrimenti perché lo avrebbero scelto? (da
ScuolaOggi di Attilio Paparazzo)
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