«Gli insegnanti
vengono pagati poco, perchè sono quantitativamente troppi rispetto al
fabbisogno». Così il ministro dell'Istruzione, Mariastella
Gelmini, replica a chi sostiene che gli insegnanti italiani vengano
pagati poco. Il ministro ricorda che un insegnante di scuola superiore
con 15 anni di anzianità «guadagna 20 mila euro in meno del collega
tedesco. Questo non è giusto, ma se si aumenta il loro numero
all'infinito sono proletarizzati». Intervenendo nella trasmissione 'Che
tempo che fà il ministro spiega che nella riforma non ci sono tagli
alla scuola, «ma tagli agli sprechi. Mi sentirei in colpa se avessi
tagliato sulla qualità della scuola, non ho licenziato nessuno, ma
abbiamo contenuto la pianta organica e liberato risorse che hanno
permesso di non bloccare gli scatti di anzianità per gli
insegnanti». Inoltre, ricorda che «la spesa nella scuola è
aumentata del 30% negli ultimi 10 anni. (da
http://www.leggo.it)Sono quasi 200 mila i bidelli, vengono spesi 600
milioni per le imprese di pulizia, ci sono più bidelli che carabinieri
per avere delle scuole sporche». Per la Gelmini la scuola «deve tornare
a essere un ascensore sociale» ma per farlo «bisogna cambiare le
regole». Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno «c'è un
problema di distribuzione» mentre si dice favorevole al fatto che ci
siano investimenti privati nelle università. «Non c'è nulla di male
-sottolinea- se i privati entrano nei consigli di amministrazione delle
università. Bisogna superare la contrapposizione tra pubblico e
privato».
«ALCUNI MANIFESTANTI HANNO FIGLI ALLE PRIVATE» La
manifestazione di ieri in difesa della Costituzione e della scuola
pubblica è «legittima ma su un presupposto sbagliato», secondo il
ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. Alla trasmissione 'Che
tempo che fà il ministro ha infatti ribadito che «da questo governo non
c'è stato nessun attacco alla scuola pubblica». «Molti di quelli che
sono scesi in piazza in difesa della scuola pubblica - ha osservato -
mandano i figli a quella che loro chiamano scuola privata. Lo trovo un
pò incongruente». (Leggo.it)
Scuola, la Gelmini: ''Gli insegnanti
sono troppi. E ci sono più bidelli che carabinieri''
(Adnkronos/Ign) - "Sono pagati pochissimo perché sono troppi,
sono quantitativamente superiori al fabbisogno". Così il ministro
dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ospite di Fabio Fazio, replica a
chi sostiene che gli insegnanti italiani vengano pagati poco. Il
ministro ricorda che un insegnante di scuola superiore con 15 anni di
anzianità "guadagna 20 mila euro in meno del collega tedesco. Questo
non è giusto, ma se si aumenta il loro numero all'infinito sono
proletarizzati".
Inoltre, ricorda che "la spesa nella scuola è aumentata del 30% negli
ultimi 10 anni. Sono quasi 200 mila i bidelli, vengono spesi 600
milioni per le imprese di pulizia, ci sono più bidelli che carabinieri
per avere delle scuole sporche". Per la Gelmini la scuola "deve tornare
a essere un ascensore sociale" ma per farlo "bisogna cambiare le
regole".
Quanto alla manifestazione in difesa della Costituzione e della scuola
pubblica tenutasi sabato, per la Gelmini, pur se ''assolutamente
legittima'' ,''nasce da un presupposto sbagliato: che il governo abbia
attaccato la scuola pubblica". Detto questo, attacca il ministro,
"molti di quelli scesi in piazza mandano i figli alla scuola paritaria.
Non è una contraddizione, ma lo trovo incongruente, forse non hanno
fiducia nella scuola pubblica".
Dallo studio della trasmissione 'Che tempo che fa' il ministro torna ad
assicurare che nella sua riforma non ci sono tagli alla scuola, "ma
tagli agli sprechi. Mi sentirei in colpa se avessi tagliato sulla
qualità della scuola, non ho licenziato nessuno, ma abbiamo contenuto
la pianta organica e liberato risorse che hanno permesso di non
bloccare gli scatti di anzianità per gli insegnanti".
Ribadisce poi di essere favorevole al fatto che ci siano investimenti
privati nelle universita'. "Non c'è nulla di male -sottolinea- se i
privati entrano nei consigli di amministrazione delle università.
Bisogna superare la contrapposizione tra pubblico e privato".
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