Hanno "potenza,
equilibrio e fantasia". Sono più istruite degli uomini, considerando
che "le laureate sono più dei laureati"; vantano "un sistema
immunitario migliore, si lamentano meno" e la loro missione è scritta
nel Dna: "Difendere la pace e garantire la prosecuzione della specie".
Il vero 'sesso forte' sono le donne e il loro destino è dominare il
pianeta. Parola di Umberto Veronesi.
"Non possiamo fare a meno di loro", avverte l'oncologo fondatore del
movimento 'Science for Peace'. Ed "è inevitabile che le donne
prenderanno in mano tutti gli affari del mondo nei prossimi 20-30
anni". Ma purtroppo "gli uomini devono ancora capirlo".
Insomma, l'8 marzo, si sottolinea ancora una volta la straordinaria
potenza del gentil sesso. A conferma la Fao presenta un rapporto dal
messaggio inequivocabile: Una maggiore eguaglianza di opportunità e
mezzi per donne contadine di tutto il mondo non è solo un nobile
ideale, ma potrebbe essere l'arma cruciale per vincere la lotta alla
fame.
Dal rapporto emerge che se le donne delle zone rurali avessero le
stesse opportunità degli uomini in termini di accesso alla terra, alla
tecnologia, ai servizi finanziari, alla scolarizzazione ed ai mercati,
la produzione agricola potrebbe aumentare ed il numero delle persone
che soffrono la fame potrebbe ridursi di 100-150.
"L'uguaglianza uomo - donna non è soltanto un nobile ideale, è una
condizione decisiva per lo sviluppo agricolo e la sicurezza alimentare.
Dobbiamo promuovere l'uguaglianza uomo donna e dare maggiori strumenti
alle donne se vogliamo vincere in modo sostenibile la lotta contro fame
e povertà estrema" commenta il Direttore Generale della Fao Jacques
Diouf.
I rendimenti degli appezzamenti coltivati dalle donne sono spesso più
bassi, ammette il rapporto, ma questo avviene non perchè le donne
coltivino la terra peggio degli uomini, ma solo perchè non dispongono
di uguali fattori produttivi. Secondo il rapporto, se vi avessero
accesso, i loro rendimenti salirebbero, produrrebbero di più e la
produzione agricola nel suo complesso aumenterebbe.
In particolare il rapporto stima che se nei paesi in via di sviluppo le
donne che lavorano la terra avessero lo stesso accesso alle risorse che
hanno gli uomini, la loro produzione potrebbe aumentare del 20/30 per
cento. Questo potrebbe far aumentare la produzione agricola totale dei
paesi in via di sviluppo del 2,5/4 per cento, fattore che a sua volta
farebbe ridurre il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo
del 12-17 per cento, vale a dire un calo di 100-150 milioni di persone.
Secondo i dati Fao nel 2010 erano 925 milioni le persone sottonutrite
al mondo, di cui 906 milioni nei paesi in via di sviluppo.
Le donne rappresentano in media il 43 per cento della forza lavoro
agricola dei paesi in via di sviluppo, con percentuali che vanno dal 20
per cento dell'America Latina a circa il 50 per cento del Sudest
asiatico e dell'Africa sub-sahariana. La percentuale è più alta in
alcuni paesi e talvolta varia molto all'interno dello stesso paese.
Quando le donne delle zone rurali vengono impiegate, in genere sono
relegate ad occupazioni meno pagate ed è più probabile che abbiano
forme di occupazione meno sicure, più precarie, stagionali o a
part-time. (Adnkronos/Ign)
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