Il ministro
dell’Istruzione Maria Stella Gelmini ha affermato che la scuola
pubblica "e’ in grado di reggere" le circa 20 mila cattedre in meno,
previste il prossimo anno, per effetto della razionalizzazione della
spesa contenuta nella manovra 2008 del ministro dell’Economia Tremonti.
"Abbiamo previsto un ridimensionamento della pianta organica che e’
legato al fabbisogno effettivo di cattedre. Nel tempo, infatti, abbiamo
avuto un proliferare di cattedre non proporzionato al numero degli
studenti", ha spiegato il ministro Gelmini a margine dell’inaugurazione
del Centro di alti studi sulla Cultura e le Arti russe a Ca’ Foscari".
Il minore numero di cattedre , ha ricordato il ministro, fanno parte
del piano di riordino della pianta organica previsto nella finanziaria
del 2008, "un piano di
riorganizzazione che la scuola e’ in grado di reggere perche’ si fonda
sul fabbisogno reale di cattedre sulla base del numero effettivo di
studenti. Non si tratta di licenziamenti perche’ nella Pubblica
amministrazione non si puo’ e non si deve licenziare nessuno.
Si tratta semplicemente di contenere l’aumento del numero delle
cattedre accumulato di anno in anno senza una ragione precisa: oggi
questi esuberi non ce li possiamo permettere". "Il governo pero’ e’ consapevole del
problema del precariato che esiste nella scuola - ha proseguito Maria
Stella Gelmini - e ha siglato accordi con molte Regioni per favorire
comunque l’ impiego all’ interno della scuola del personale precario.
Il Governo ha anche deciso di bloccare l’insorgere di nuovo precariato
controllando il numero degli ingressi, cioe’ dei nuovi insegnanti,
facendo in modo che questo combaci, con un 30% in piu’, con il numero
effettivo di professori necessari. Nel tempo abbiamo accumulato
tanti precari proprio perche’ non si e’ fatto il conto con il bisogno
effettivo. Ma la scuola non ha la capacita’ di fare occupazione
all’infinito, diversamente ne va di mezzo la qualita"’. Secondo il
ministro, "bisogna creare le condizioni migliori per gli insegnanti, ma
la scuola - ha ricordato - serve innanzitutto agli studenti, a formare
la classe dirigente di domani e quindi sono indispensabili gli
investimenti nella qualita’, non solo nel numero degli insegnanti. Alla
scuola serve lo stesso sacricio che abbiamo imposto all’universita’,
come alla Pubblica amministrazione, come a tutti i comparti dello
Stato. Si deve ridurre la spesa ordinaria, cioe’ le risorse per il
normale funzionamento, e favorire invece gli investimenti in qualita’.
A questo proposito ricordo che questo governo dei cosiddetti ’tagli’ in
realta’ ha stanziato un miliardo di euro per l’ edilizia scolastica,
sta portando avanti progetti di sperimentazione per valutare gli
insegnanti e dare loro maggiori risorse nel contratto 2013 e stiamo
lavorando anche ad un progetto di riqualificazione dell’offerta
formativa per ridurre la disoccupazione giovanile". (da
http://www.votaberlusconi.it)
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