Sono un docente che non ha ancora avuto il ruolo, uno di quelli
chiamati “precari”, eppure mio figlio mi chiama papà, e mia moglie mi
chiama per nome. Non sono un numero, sono un uomo; non sono un italiano
in più e non penso di dover maledire i miei natali anche perché “Nord e
Sud” è solo un’aberrazione mentale; in realtà siamo italiani e parliamo
tutti la stessa lingua. Non è così? Si provi allora ad andare in Libia
e ad affacciarsi sul Mediterraneo, e anche noi diventiamo Nord!
Aberrazione mentale o se vuole relativismo! Se così non fosse,
avrebbero commesso un grave errore a conferire il Nobel a quel tale di
nome Luigi Pirandello (anche Lui del Sud!).
Leggo su “Il Gazzettino” del 4/3/2011 (e adesso anche questo sito ne da
notizia) che tre docenti, come i tre Re Magi (una veneziana, un
siracusano e uno di Grosseto) si sarebbero presentati al dr. Chiappetta
e al sen. Pittoni per chiedere (cito testualmente): che le graduatorie
provinciali ad esaurimento rimangano così come sono!.
La prima osservazione che sorge spontanea è la seguente: sulla base di
quali informazioni si pensa che alla riapertura delle graduatorie ci
sarebbe un esodo di massa? Chi voleva venire al Nord a lavorare nella
Scuola, si trova già lì in graduatoria da anni! Mi pare di capire (ho
letto di tutto e di più…) che l’inserimento nelle code del Nord da
parte dei docenti del Sud, sia stato un atto pro forma e i dati
statistici degli ultimi due anni sui flussi migratori della classe
docente (di coda) dimostrano che in previsione, alla riapertura delle
graduatorie, non ci sarà nessun esodo di massa. Di più, i docenti non
hanno il dono dell’ubiquità come Padre Pio e dunque non potranno essere
presenti a pettine in 4 graduatorie diverse; ne consegue che la scelta
che qualcuno farà di stare in una sola provincia farà da “fluido”
al presunto problema. Questi sono fatti, non supposizioni.
Nel Sud (ma non solo lì) i docenti sono prevalentemente donne, madri di
famiglia i cui mariti lavorano, che non potranno fare “armi e bagagli”
per trasferirsi in Padania per anni abbandonando mariti, figli e casa.
E anche questi sono fatti, non sentimentalismi. In questi due ultimi
anni di “vuoto lavorativo” e di “beffa della salva precari”, moltissimi
docenti sono emigrati all’estero, molti altri hanno venduto casa, così
come i bidelli, sterminati in massa, hanno già cambiato mestiere. Altro
che riapertura delle graduatorie….! Qua la gente è già morta di fame!
Sembra che dall’olocausto della categoria docenti, e soprattutto dei
docenti precari del Sud, debba scaturire la salvezza e la rigenerazione
dell’intera Nazione.
Per decenni, ogni due anni si è potuto aggiornare la graduatoria,
ovvero punteggio, titoli e riserve. Adesso si è creato un allarmismo al
cardiopalma che altro non fa che inasprire il divario annoso tra Nord e
Sud del Paese. Dura lex, sed lex!!!
E’ assolutamente deprimente, triste e umiliante constatare che un
docente di Siracusa instauri una lotta “contro” i docenti del Sud,
ovvero contro i suoi conterranei a cui si sta tentando in tutti i modi
di negare un diritto sacrosanto di cui lui stesso ha usufruito qualche
anno fa trasferendosi al Nord. NON CONSENTITE AGLI ALTRI QUELLO CHE
AVETE CONSENTITO A ME!!!
E poi si esprime pietà verso gli immigrati che sbarcano a Lampedusa? Ma
siamo seri e sinceri….!!!
Sarebbe interessante sapere in che termini questi tre baldi Re Magi si
siano rivolti al Senatore, al Direttore generale e il 19 al Presidente
della Repubblica!
Probabilmente gli avranno detto: “Anziché stralciare l’emendamento
Pittoni, stralciamo la Costituzione e le sentenze della Suprema Corte!”
. Come ci si può permettere di giudicare una sentenza suprema e di
“fomentare” in alto loco il blocco delle graduatorie, contrario anche
alle giustissime osservazioni di incostituzionalità mosse dall’on.
Presidente Napolitano?
In verità, non si doveva permettere a nessuno di cambiare le regole del
gioco a gioco cominciato. Prima di tagliare il pane ai padri di
famiglia dopo che per anni avevano servito la Scuola e lo Stato,
occorreva garantire continuità a chi è rimasto “precario” anche dopo 15
anni di servizio (e poi ci si chiede perché alcuni docenti abbiano
punteggi così alti…?).
C’è stata e ancora c’è una classe politica del Sud compiacente che ha
permesso che, solo per fare un esempio, ad Agrigento quest’anno
scolastico non ci fossero convocazioni ATA (NEANCHE UNA!) se non in
supplenza; le cattedre si sono viste con il lumicino e invece a Cremona
abbiano conferito cattedra a chi stava dopo il 160mo in coda! Di tutto
questo scempio i precari (e non solo loro) avranno certamente memoria.
Ci vuole rispetto, rispetto e prudenza. E ci vuole anche “conoscenza”
ovvero contezza di ciò di cui si parla. Per fare una “riforma epocale”
che ha tutto il sapore amaro di un taglio indiscriminato, bisogna
essere prima entrati in aula, avere avuto rapporti diretti con gli
studenti, aver conosciuto le loro esigenze e le problematiche della
società culturale moderna, aver fatto i consigli di classe e i collegi,
e tante tante altre cose…!
Io non so se il Sen. Pittoni legga aetnanet, ma se lo legge vorrei
concludere l’articolo mandando a Lui un messaggio. Io desidero
conoscerla Senatore e stringerle la mano, farLe vedere che la mia mano
è calda e il mio occhio limpido, che parlo italiano e dirle, con
Giovanni 19, 11-12 “Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti
fosse stato dato dall’alto…”. Questo “potere” deve
necessariamente essere messo a servizio del popolo, di tutto il popolo,
nella consapevolezza che quando un arto è malato, tutto il corpo è
malato.
Grazie a tutti.