Assemblea sindacale: si può fare ovunque ed essere sempre qualificata come tale? Non ne è convinto il preside dell'istituto tecnico Cannizzaro, il prof. Salvatore Indelicato, uno dei capi di istituto a negare nel novembre scorso a docenti e personale Ata il permesso a effettuare una assemblea provinciale davanti la sede del Csa. Un caso che è finito, a iniziativa della Cgil scuola davanti al Tribunale del Lavoro di Catania che ha rigettato in pieno il ricorso. Anche se, a dare man forte al sindacato, è sceso in campo lo stesso Csa.
Questi i fatti, così come li ricostruisce in una nota il prof. Indelicato. La Cgil-scuola di Catania il 9/11/04 ha inviato un fax circolare a tutti i dirigenti scolastici della provincia di Catania per convocare tutto il personale docente e Ata dalle ore 10,30 alle ore 13,30 di mercoledì 17 novembre 2004 davanti al Csa di Catania. Contestualmente la Camera del Lavoro, l'11/11/2004 comunicava al questore di Catania e al Dirigente Digos che mercoledì 17 novembre 2004 «sarà effettuato un presidio dalle ore 10,00 alle ore 13,30 dei lavoratori della scuola e degli studenti davanti ai locali del Csa».
La maggior parte dei dirigenti scolastici - spiega il preside Indelicato - negava l'autorizzazione e la Cgil scuola proponeva ricorso al giudice del lavoro di Catania per presunta antisindacalità, art. 28. ma il tribunale del Lavoro di Catania rigettava in pieno il ricorso. Il giudice Puglisi nella sentenza depositata in cancelleria il 23 marzo scorso ha argomentato infatti che «che la manifestazione del 17.11.2004 non può essere qualificata come assemblea (del resto anche il sindacato ricorrente non l'ha qualificata tale scrivendo "sarà effettuato un presidio "»; «dal quadro normativo contrattuale si evince chiaramente che le rivendicate garanzie attengono al titolo di assemblea in senso stretto e non già a manifestazioni (o quant'altro) svolte in luoghi pubblici». Il giudice aggiunge che «nessun comportamento antisindacale è ravvisabile in confronto del Dirigente scolastico» del Cannnizzaro.
A sostegno della tesi esposta dalla Cgil - stigmatizza il prof. Indelicato - è stato prodotta in sede di giudizio una lettera riservata inviata al segretario provinciale della Cgil-scuola Tomasello dal dirigente del Csa di Catania Raffaele Zanoli. Nella lettera Zanoli precisa come il primo comma dell'art. 8 del Ccnl prescrive che " I dipendenti hanno diritto a partecipare, durante l'orario di lavoro, ad assemblee sindacali, in idonei locali sul luogo di lavoro concordati con la parte datoriale….". Ma, aggiunge «lo scrivente ritiene che il riferimento al primo comma del precitato art. 8 del Contratto non sia pertinente» perche «l'assemblea territoriale ancorché organizzata presso un'istituzione scolastica, non può coincidere con il luogo di lavoro di tutti i dipendenti partecipanti...In tal senso... l'iniziativa in oggetto non ha violato alcuna delle vigenti disposizioni contrattuali. Tuttavia, la scelta di una pubblica via quale luogo dell'assemblea ha destato perplessità che non avrebbe suscitato la scelta di uno spazio più idoneo...Ma , in assenza - si ribadisce - di indicazioni o limitazioni nella " Contrattazione Integrativa " si ritiene non si possa sindacare la scelta in questione». Alla lettera risponde il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale dott. Guido Distefano che «concorda con la tesi della S.V.». Due note riservate prodotte in giudizio, accusa il preside del Cannizzaro cui non son seguite note ufficiali pure richieste dal giudice.
«La sentenza -conclude il prof. Indelicato - è la terza negativa per la Cgil negli ultimi tre anni da quanto Tomasello ha preso di mira il Cannizzaro senza riuscire a scalfirne l'onorabilità. Ora il consiglio di istituto verrà chiamato a procedere alla causa civile di risarcimento morale per i danni subiti». Inoltre il Cannizzato sta ricorrendo alla Corte dei conti, ipotizzando il danno erariale causato da chi ha autorizzato incautamente l'assemblea.
Catania 26-3-2005