Lo dico subito: non
difendo a priori la scuola pubblica; né sono pregiudizialmente
contrario alle scuole private. Anzi! Le ritengo utilissime. Io sono per
la concorrenza, per il confronto tra le due scuole, non per la
“contrapposizione”. Lo Stato non deve avere, né pretenderlo, il
monopolio dell’educazione! Nessuno –io credo- può, se intellettualmente
onesto, difendere e sostenere o privilegiare l’indottrinamento di
Stato! La propaganda totalitaristica del “Libro e moschetto” appartiene
agli orrorosi errori di un passato che la nostra Costituzione
democratica, nata dalla Resistenza, ha definitivamente condannato e
sepolto. D’altra parte, solo chi è intellettualmente disonesto, può
mettere in discussione la democraticità e la libertà laica e
repubblicana della nostra scuola pubblica statale e il ruolo che essa
ha avuto, e deve continuare ad avere, di promozione umana culturale e
sociale nella storia del nostro Paese.
Il problema sta altrove. La concorrenza è l’anima del commercio, non si
dice così? Certo, ma deve essere una concorrenza leale e corretta sotto
il profilo del dettato costituzionale. Non si può in questo benedetto
paese essere liberali e liberisti a convenienza, né tanto meno
foraggiare il privato a spese del pubblico, l’uno tutto il bene,
l’altro tutto il male! Che le scuole private e paritarie crescano e si
moltiplichino è un bene per tutti; il loro incremento non può che
allargare ed arricchire il circuito dell’istruzione, favorire
ulteriormente la libera circolazione della cultura stimolando la scuola
pubblica a fare ancora meglio, a fare di più, a gareggiare con più
spirito competitivo ecc.ecc.
La scuola privata deve, dunque, esistere ma : “ senza oneri per
lo stato”( Scuole Private senza oneri per lo Stato art. 33 della
Costituzione Italiana, III Comma).
La scuola pubblica la paghiamo tutti noi con le nostre tasse; è la
scuola a cui siamo affezionati, in cui siamo cresciuti come studenti e
cittadini; è la scuola di tutta la collettività che lo stato si fa
carico di tutelare e sostenere perché ad essa è affidato il
delicato compito non solo di istruire i giovani ma anche di
educarli alla conoscenza e al rispetto dei valori più sacri
della persona umana: la solidarietà, la libertà, l’amore per la
giustizia, per il sapere critico, per il bello, il giusto,
l’onesto e il buono! A questa scuola, a cui noi siamo
legati “ ab ovo”, noi vorremmo che lo Stato desse più fiducia,
più credibilità, più autorevolezza e più contributi, per renderla
sempre più forte, più capace e più efficiente nello svolgimento del suo
ruolo e delle sue funzioni, e più competitiva nei confronti delle
scuole private!
Queste ultime, ben vengano; sono un valore aggiunto, un incremento in
più, uno stimolo per la scuola pubblica. Sono un’opportunità maggiore
per una scelta ancora più libera e meno vincolante. Ma non chiedano i
soldi pubblici per i loro investimenti ed interessi privati !
Così facendo, si tradirebbe lo spirito che anima il vero liberismo del
liberale! Il “senza oneri per lo Stato”, senza demagogia, deve
essere il punto fermo non negoziabile da cui partire per iniziare
qualsiasi altro tipo di discorsi che abbiano sinceramente a cuore le
sorti della cultura, della istruzione e della educazione in
questo nostro Paese.
Nuccio Palumbo
redazione@aetnanet.org