Il 6 maggio sarà
Sciopero Generale: quattro ore con manifestazioni territoriali.
L'annuncio è stato dato oggi dal Segretario Generale della CGIL,
Susanna Camusso che ha parlato ad un attivo dei delegati sindacali a
Modena. Video
La decisione di indire lo sciopero era stata già presa la scorsa
settimana durante una riunione del Comitato Direttivo Nazionale della
CGIL che aveva dato mandato alla Segreteria Confederale di decidere la
data e le modalità dello sciopero secondo la richiesta dello stesso
Segretario Generale Susanna Camusso.
Nel documento politico approvato dal direttivo si sosteneva che “è
necessario rimettere al centro il tema del lavoro e dello sviluppo,
riconquistare un modello contrattuale unitario e battere la pratica
degli accordi separati, riassorbire la disoccupazione, contrastare il
precariato, estendere le protezioni sociali e ridare fiducia ai
giovani. Serve una nuova stagione fatta di obiettivi condivisi e
rispettosi della dignità del lavoro e serve definire le regole della
democrazia e della
rappresentanza”.
Dopo aver annunciato la mobilitazione nazionale del 6 maggio, il
Segretario Generale della CGIL è tornato ad esprimere, nel corso del
suo intervento a Modena, forte preoccupazione per la crisi
economica che da oltre due anni sta rendendo l'Italia un
Paese sempre più povero.
L'aumento della Cassa Integrazione nel mese di febbraio, come rilevato
dall'INPS, conferma, infatti, secondo il Segretario Generale della
CGIL, Susanna Camusso “la difficile situazione del nostro Paese, di
un'economia che non è ancora ripartita”. “Il primo ostacolo agli
investimenti stranieri - ha precisato Camusso - non è il sindacato, ma
il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Noi - ha aggiunto - a
differenza di altri, vogliamo bene al nostro Paese ed è per questo che
pensiamo che Berlusconi se ne debba andare: perchè lui non vuole bene
al Paese. C'è un rapporto fra l'immagine del Paese all'estero e il modo
di gestire la crisi. Il premier inquisito che non si presenta in
tribunale è il motivo per cui l'opinione pubblica internazionale
ci considera un Paese inaffidabile. Il primo ostacolo agli investimenti
stranieri - ha ribadito - è proprio il premier”.
Riferendosi al federalismo fiscale municipale, approvato ieri dalla
Camera, il Segretario Generale della CGIL, ha affermato “è un decreto
che rischia di impoverire ulteriormente le persone”, poiché ha spiegato
“temiamo che le amministrazioni locali e le Regioni taglino servizi e
risposte ai cittadini. Dobbiamo spiegare che non solo non è solidale,
non solo non risponde ai problemi, ma ci porrà Comune per Comune, ad
avere l'alternativa fra il mantenimento dei servizi e l'innalzamento
della tassazione. L'aumento della tassazione si fa con l'Irpef, e
quindi graverà sui soliti noti, lavoratori e pensionati. Anche per
questo serve una mobilitazione nei territori e nei comuni”.
Alle altre Confederazioni sindacali, la leader della CGIL ha lanciato
un appello: “il Paese deve cambiare rapidamente e pensiamo che questa
responsabilità nel chiedere trasformazioni dovrebbero averla anche
tanti altri soggetti, a partire da CISL e UIL. Se si dice che va bene
questo quadro di riferimento, è in corso la resa senza condizioni”. “Il
'filo dell'unità' - ha concluso - non va mai perso, ma la condivisione
dello scenario che CISL e UIL stanno facendo nei confronti delle
politiche del governo indica una 'resa senza condizioni'”.
(da Flc-Cgil)
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