La recente
polemica che si è innestata a seguito delle dichiarazioni del
presidente del Consiglio sulla scuola pubblica ha creato ancora
una volta un polverone di dichiarazioni e di araldi della scuola.
La constatazione di fondo è che la scuola viene sempre “dopo” le
esigenze dell’economia, della politica, del lavoro, delle
forze dell’ordine pubblico, degli affari internazionali, senza
constatare che scuola è fonte e alimento di ordine pubblico, di lavoro,
di progresso, di civiltà, di politica e di economia.
Accusarsi e difendersi non produce alcun bene. Quel
che appare reale e grave è lo stato in cui versano gli studenti che non
vengono seguiti, le carenze di organico che rendono difficile il lavoro
professionale e didattico, le carenze di strutture e di servizi
adeguati per una vera scuola di qualità, che passa anche attraverso un
organico sistema di reclutamento dei docenti e di una specifica
qualificazione professionale.
Il vero apprendimento, infatti, produce modifiche
essenziali nei comportamenti degli studenti e quindi nel modo di
pensare, di sentire e di agire. La pluralità delle proposte didattiche
e formative, la diversità di stili di insegnamenti, la varietà di
concezioni dell’idea di scuola sollecita una rinnovata dimensione
di ordine e di regola che non sempre viene costruita con adeguata
progettualità e coerenza.
Polemizzare tra scuola statale e paritaria (che oggi
soffre un grave disagio di identità e di crisi su molti aspetti)
non produce buoni frutti, impegna pagine di giornali, provoca disagi e
disorientamenti , scioperi e accanimenti per nulla produttivi.
La scuola la si difende operando bene, gli
amministratori nel renderla presente e prioritaria nella progettazione
economica, le famiglie nel sentirsi protagonisti attivi nell’azione e
nella scelta educativa per i loro figli.
Nel turbine delle polemiche seguite all'intervento di Silvio Berlusconi
al congresso dei Cristiano-riformisti è intervenuto anche il
Card. Bagnasco , il quale ha affermato ''La chiesa, come sempre, ha
molta stima e fiducia nella scuola perché è un luogo privilegiato
dell'educazione integrale e ciò avviene in qualunque sede
scolastica, statale o non statale .L'importante e' che ci sia questa
istruzione, capace di produrre”formazione della persona” scopo
della scuola a tutti livelli.
La stima e fiducia nella scuola'' che la Chiesa manifesta nella
scuola pone solo la condizione che l’azione didattica sia
indirizzata alla ''formazione integrale della
persona” finalità e scopo della scuola a tutti i livelli'.
Nella scuola statale e paritaria dove si svolge una funzione
“pubblica” 'ci sono tantissimi insegnanti e operatori che si
dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza.
e tutto ciò è davanti agli occhi di tutti, anche se i giornali non ne
parlano e il bene che la scuola produce non fa notizia.
Dare grande spazio ed importanza ad episodi di bullismo, di
intemperanza, di errori nella didattica e nella relazione educativa non
produce certamente il bene della scuola ed offende la stragrande
maggioranza di docenti che operano con alta professionalità e lodevole
impegno, conseguendo anche ottimi risultati di eccellenza e di
gratificanti successi formativi
Il presidente del Senato, Renato Schifani a
margine di un incontro in Abruzzo, è intervenuto sulla questione
dichiarando: ''La scuola svolge una funzione primaria: educa le future
classi dirigenti del Paese, e a questa va riconosciuta una funzione
indispensabile. 'Spero che le polemiche di questi giorni vengano
archiviate al piu' presto,
''In generale - ha concluso Bagnasco - sicuramente tutti auspichiamo
che la scuola, a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente
rispondere ai desideri dei genitori per i loro figli''.
Il compito educativo riguarda tutti, adolescenti ed adulti ,ma
sicuramente il mondo degli adulti ha oggi una responsabilità in più se
davvero crede che l’adolescenza possa essere 'il tempo delle
opportunità' e non quello delle delusioni, che danno poi origine alle
‘passioni tristi”.
Indebolire la scuola, significa porre ostacoli al futuro della
società e solo una società ed uno stato che investe nella scuola ha
progettualità e speranza di sviluppo.
Giuseppe Adernò
Giuseppe Adernò
redazione@aetnanet.org