Scioperi,
sit-in e manifestazioni dopo l'attacco del premier Berlusconi alla
scuola pubblica. Insorgono sindacati, opposizione, studenti e docenti.
Il Pd raccoglie la proposta di Articolo 21: "Il 12 marzo in piazza per
la scuola e la Costituzione"
Si comincia martedì 1 marzo con il sit-in promosso dal Pd davanti a
Palazzo Chigi. La serie di mobilitazioni e proteste a difesa della
scuola pubblica e per la libertà di pensiero proseguirà l'8 marzo
con lo sciopero della scuola nazionale di Sisa e Usi Ait. L'Anief ha
proclamato per il 18 un altro stop del personale docente e Ata del
comparto, mentre il 25 sarà il turno della Flc Cgil, che chiama a
incrociare le braccia tutto il personale docente, educativo, dirigente
e Ata in Italia e all'estero, insieme ai lavoratori del pubblico
impiego. Nel mezzo, la data del 12 marzo che potrebbe portare in piazza
il malcontento generale di sindacati e
opposizioni.
Il mondo della scuola pubblica non ci sta, non accetta di essere
accusato dal premier di 'inculcare' idee sbagliate ai ragazzi e anzi
rimanda al mittente l'accusa. Mimmo Pantaleo, segretario generale della
Flc Cgil, critica il presidente del Consiglio che 'non ha nessuna
credibilità morale e etica per parlare di educazione e famiglie. Non si
può passare dal bunga bunga agli attacchi alla scuola pubblica e alla
libertà d'insegnamento'. Questo governo vuole trasformare le scuole
italiane in luoghi in cui si nega il pensiero critico e libero. È un
ulteriore attacco alla democrazia perché la scuola pubblica deve
rispondere ai principi e ai valori della nostra Costituzione e non agli
interessi di Berlusconi".
Anche la Cisl replica. "Cosa deve insegnare la scuola sulla famiglia? È
la famiglia la prima agenzia educativa - spiega all'Ansa il segretario
della Cisl Scuola, Francesco Scrima - ma ai docenti viene data spesso
una delega in bianco: a quali valori si riferisce il presidente del
consiglio? A quali modelli e comportamenti? Sono proprio la famiglia e
la società a non darli, a diseducare, spesso distruggono in 10 minuti
quello che la scuola pazientemente crea in anni".
Per la Rete degli studenti, il premier ha 'ufficializzato l'idea del
governo rispetto alla scuola pubblica, sostenendo che sia inutile e
dannosa. Così facendo ci dimostra in maniera chiara che l'opera dei
ministri Gelmini e Tremonti non erano di riforma e di miglioramento del
sistema formativo, ma di cancellazione e distruzione della scuola e
dell'università pubblica. Altro che merito, qualità e riforma epocale,
è chiaro che la scuola pubblica è un problema per il governo, in quanto
unico spazio rimasto per la formazione di cittadini liberi e con
coscienza critica".
"L'assalto di Berlusconi alla scuola pubblica è un altro colpo alla
Costituzione e al principio di uguaglianza. Dario Franceschini ha
proposto una grande giornata unitaria senza bandiere di partito e non
vi è dubbio che la giornata unitaria del 12 marzo 'A difesa della
Costituzione' potrà e dovrà mettere al centro dell'attenzione la difesa
della scuola pubblica che è parte essenziale della Carta". Così
Giuseppe Giulietti, a nome del Comitato promotore della manifestazione
del 12 marzo.
"Sulla difesa della scuola pubblica dagli ultimi attacchi del Premier -
prosegue - c'è trasversalità e volontà di difesa comune. Le
dichiarazioni che vanno da Italo Bocchino a Nichi Vendola, da Antonio
Di Pietro alla Federazione della sinistra e di tante associazioni di
diverso orientamento politico, vanno nello stesso senso. Dopo avere
minacciato giudici e giornalisti, ora vorrebbero imbavagliare
professori, studenti e famiglie; ormai è un delirio - conclude
Giulietti - che va arrestato, mettendo insieme, sotto i simboli del
tricolore e della Costituzione, chiunque abbia a cuore la legalità
repubblicana". (da http://www.rassegna.it)
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