Chiediamo con
forza una soluzione al precariato, al Governo e ai Sindacati, al buon
senso di uomini e donne di Governo, affinché giunga un forte segnale di
unità nazionale, nel 150° anniversario dell’unità d’Italia. Una libertà
e una stabilità negataci da norme impopolari che ci costringono ad una
precarietà ostinatamente reiterata, a chi cerca con forza un riscatto
sociale.
E’ implicito questo messaggio nel comportamento responsabile e
democratico del Presidente della Repubblica, che come garante dello
Stato e della democrazia ha sollevato prima del voto finale del Decreto
Milleproroghe, vizi di incostituzionalità, che non potevano passare
inosservati. E’ facilmente comprensibile il malcontento che si respira
nelle segreterie scolastiche, aberrate di lavoro e costrette a guardare
ad un futuro tutt’altro che sereno.
La scuola ha bisogno di ritrovare unità, sia tra i banchi di scuola,
che tra colleghi “A TERMINE”, in un balletto di cattedre che si ripete
inesorabilmente ogni anno.
Chiediamo la sospensione degli effetti del D.L 133/08 che ridurrà
ulteriormente di numerose unità di personale ATA e Docente organici già
“ALL’OSSO”, e chiediamo con forza la stabilizzazione dei precari ATA e
DOCENTE su tutti i posti vacanti.
Era impensabile tre anni fa uno stillicidio di tali dimensioni. Chi è
demandato allo svolgimento di funzioni così delicate dovrebbe sapere
quali conseguenze può produrre tale situazione. E’ ragionevole che in
questo Paese ci si rivolga più spesso agli organi di giustizia
amministrativa e penale, ma lo si fa contro cuore, delusi e rassegnati.
I diritti dei lavoratori vanno rispettati. La questione dei precari
meridionali non può lasciare indifferenti le istituzioni politiche e
sindacali, il modo con cui sono stati trattati i docenti meridionali,
colpevoli di chiedere lavoro nelle Regioni del Nord, solo perché la
politica non trova soluzioni adeguate per non farli partire .
Si respira un’aria di incertezza e comprensibile preoccupazione nelle
segreterie scolastiche, e tra i docenti, frutto di una precarietà “IN
COSTANZA DI NOMINA”. Dare un segnale di speranza ai migliaia di precari
ATA e DOCENTE rappresenta un impegno morale e un dovere costituzionale.
Il primo segnale di unità, lo chiediamo al Governo e ai Sindacati,
nell’interesse dei precari della scuola, nell’interesse dei giovani,
delle famiglie e del loro futuro, prendendo come esempio il Presidente
della Repubblica, figlio di un’Italia che non vuole perdere il suo
appuntamento con la storia.
Mario Di Nuzzo
redazione@aetnanet.org