«L’intervento di
Benigni al festival lo farei vedere nelle scuole, per far capire ai
ragazzi cos’è l’Italia»: così Gianni Morandi alla consueta conferenza
stampa all’Ariston all’indomani della serata sui 150 anni dell’unità
d’Italia. «Non è mai una persona da sola che uno spettacolo come quello
di ieri sera», ha detto ancora. «Non era facile parlare e citare tutti
i momenti della storia dell’Italia, che è talmente grande e importante.
Non si può percorrere 150 anni di storia in una serata
sola».
«Quando è un attore comico che si incarica il peso di ricordare
la storia, di parlare dei giovani morti per la patria, vuol dire che la
classe dirigente di questo paese e gli intellettuali queste cose non le
dicono da tempo. Qualcuno dovrebbe interrogarsi sul perché nessuno
suscita queste emozioni»: lo ha detto il direttore di Rai1 Mauro Mazza,
alla consueta conferenza stampa di metà mattina del Festival di
Sanremo, parlando della performance di ieri di Roberto Benigni che ha
proposto l’esegesi dell’inno di Mameli.
«Riguardo alla lettura del testo di Antonio Gramsci “Gli Indifferenti”
da parte di Luca e Paolo, Mazza ha detto: «Io avrei scelto citazioni
ugualmente belle e avrei preferito sullo sfondo l’immagine di Gobetti
che parlava di rivoluzione liberale».
«Quando abbiamo pensato di scegliere qualcosa di intenso le idee sono
state molte, anche Garibaldi e poi ci siamo indirizzati su Gramsci. E
non mi viene in mente qualcosa di più liberale sulla responsabilità
civile di tutti»: lo dice Paolo Kessisoglu durante la consueta
conferenza stampa di metà mattina del Festival di Sanremo, in risposta
alle dichiarazioni del direttore di Rai1 Mauro Mazza.
«Quando nel testo di Gramsci c’è il punto che dice “cosa avrei potuto
fare di meglio”, alle prove mi sono commosso - ha aggiunto -. Quel
grido lì è quanto mai attuale. Antonio Gramsci è un simbolo, e non c’è
nulla di più libero del senso di responsabilità nelle cose che si
fanno». «Ci vorremmo staccare dalle etichette - aggiunge Luca Bizzarri
-, mettere in difficoltà spettatori e giornalisti. Non mi interessa che
le parole le abbia scritte Gramsci, mi interessa il valore, mi
interessa ogni volta che affrontiamo una situazione».
«Da mercoledì siamo in onda con le Iene e ringraziamo Mediaset per
questa esperienza, chissà come hanno fatto a mettersi d’accordo due
realtà così distanti come Mediaset e la Rai», dicono poi ironicamente
spiegando che non faranno il disco di Ti sputtanerò, cliccatissimo su
Youtube.
«La cosa più importante è la squadra - ha poi aggiunto Paolo
riferendosi al tormentone di Gianni Morandi -: sono passati tre giorni
e siamo ancora insieme. Siamo più longevi di Futuro e Libertà».
(da http://www.ilsecoloxix.it/p/speciali/)
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