Costretta ad uscire in
anticipo da scuola perché la famiglia non può pagare i buoni pasto.
Protagonista della vicenda, denunciata dal segretario regionale veneto
dell'Udc Antonio De Poli, è una bimba di quattro anni, figlia di
immigrati in difficoltà. "Veramente un brutto fatto di cronaca",
sottolinea De Poli, che ha presentato anche un'interrogazione
parlamentare in cui si critica aspramente il comportamento di Massimo
Sensini, sindaco leghista di Fossalta di Piave, in provincia di Venezia.
Il caso nasce nel gennaio scorso, quando una collaboratrice scolastica
telefona all'ufficio scuola chiedendo come occorra comportarsi con la
bimba che da settimane non porta il buono pasto. La decisione, spiega
De Poli, è di continuare ad assicurare il pasto alla bimba, finché non
interviene il sindaco sostenendo come i pasti già consumati vadano
pagati.
L'assessorato ai Servizi sociali prospetta la possibilità di una
contribuzione straordinaria alla famiglia per l'acquisto dei buoni
pasto, ma la proposta viene bocciata dal sindaco, "che impone che la
bimba vada a mangiare a casa se non può acquistare i buoni pasto". Né i
buoni pasto possono essere ceduti, aggiunge il primo cittadino, "perché
questo creerebbe un danno erariale". Per due giorni la bimba è
costretta ad uscire anticipatamente da scuola, finché "una persona di
cuore" non acquista per la bimba 3 blocchetti di buoni pasto,
consentendo alla piccola senegalese di restare a scuola. "Una vicenda -
conclude De Poli - vergognosa e gravissima, che mostra il volto di una
Lega ottusa, razzista e arrogante. Quel sindaco dovrebbe vergognarsi.
Zaia prenda posizione su questo fatto disgustoso". (Adnkronos)
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