La visita fiscale
OBBLIGATORIA di Brunetta costa alla scuola più delle assenze! Ma
che professionisti abbiamo questi sono ministri di un imprenditore e
ottengono risultati negativi. E’ importante invece responsabilizzare e
conoscere i propri collaboratori , credo che un preside nella scuola
sappia distinguere tra i suoi collaboratori le persone serie dagli
assenteisti. In verità questi invece credono di risolvere il problema
facendo di tutta l’erba un fascio. Succede
anche un insegnante, a letto con influenza ha ricevuto la visita
fiscale quando era già tornato in classe.
Per il privato nell’industria per le visite fiscali si deve richiedere
all’ufficio del personale entro le ore 9.00, era il responsabile che in
quanto tale deve conoscere uno per uno i suoi collaboratori e
richiederla soltanto se pensava fosse falsa, oppure in caso di recidiva
(statistica) pensava l’ufficio del
personale.
Ma la Gelmini e Brunetta ascoltano solo i loro collaboratori su come
(SBAGLIARE ) pere risolvere i problemi… SONO BRAVI invece a
difendere solo il bunga bunga. Gli ultimi dati del dicastero Brunetta,
tuttavia, evidenziano l’insuccesso dell’operazione almeno per la
scuola, dove a dicembre le assenze per malattia del solo personale a
tempo indeterminato sono aumentate del 7,5% tra gli insegnanti e del
18,5% tra i tecnici e gli amministrativi. Personale sempre più anziano
che si ammala facilmente. Quello
che i dati non dicono, perché nessuno fino all’anno scorso si era
premurato di calcolarlo, è il costo aggiuntivo – oltre alle supplenze e
ai relativi telegrammi di convocazione – che la riforma Brunetta ha
introdotto su queste assenze. Sì, perché le visite fiscali si
pagano: si va dai 18-35 euro di Firenze ai 30-63 di Milano. E se tra il
2008 e il 2010 si è viaggiato nell’incertezza e lungo i contenziosi su
chi, tra Asl e scuole, dovesse farsi carico della spesa, a fare
chiarezza è arrivata una sentenza della Consulta del giugno 2010, che
stabilisce una volta per tutte che non devono essere le Asl a pagare.
Sentenza alla quale è seguita una circolare del dicastero Gelmini con
cui si invitano le scuole a pagare con i fondi di funzionamento anche
le visite fiscali per le quali “non è attualmente previsto un
finanziamento aggiuntivo ad hoc”. Nella stessa occasione è stato
preannunciato “un apposito monitoraggio a fini conoscitivi”. Proprio
perché, appunto, a tutt’oggi nessuno sa esattamente quale sia la cifra
complessiva in gioco. In attesa dei dati, qualche calcolo di massima lo
si può però provare a fare. Per
esempio su base nazionale, tenuto conto dei 960.759 dipendenti
scolastici e dei 7,15 giorni medi di assenza per ciascuno nell’ultimo
anno, a un prezzo medio di visita di 36,5 euro, si arriva a un totale
di 250,7 milioni di euro. Ma cosa accadrà quando i vari
amministratori delle Asl, coscienti di avere in bilancio crediti
consistenti verso istituzioni pubbliche, chiederanno il pagamento alle
scuole di mezza Italia? C’è da scommettere che avverrà dal momento che
neanche la sanità se la passa molto bene. Si profilano quindi battaglie
all’ultimo euro fra i diversi rami della stessa pubblica
amministrazione. Un qualcosa di assolutamente inedito dove resta da
chiedersi cosa si prospetta per i dirigenti di Asl e scuole che
dovranno far quadrare i conti. Pena la responsabilità diretta. Quindi le Asl, i cui bilanci sono già
infarciti di crediti verso istituzioni pubbliche, continueranno a
chiedere i pagamenti indebolendo i bilanci. E l’unica alternativa per
le scuole sarebbe il condono, o lo stralcio dai conti di parte delle
visite. Allora prepariamoci oltre alla decurtazione di 6/10 euro per i
primi 10 giorni di malattia arriverà anche per legge che dovremo
pagare anche la visita fiscale. (da
http://www.bergamoblog.it)
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