Secondo
l’emendamento, le attuali graduatorie (previste dall’art. 605 lett. C)
della legge 27 dicembre 2006 n.296) devono rimanere in vigore; come
dire che le graduatorie di coda rimarrebbero fino al 31 agosto 2012.
Inoltre, l’inserimento nella I fascia delle GaE va consentito solo a
chi è inserito nelle graduatorie a esaurimento della provincia in cui
ha sede l’istituzione scolastica. Nei giorni scorsi il congelamento
delle graduatorie era stato proposto anche con un emendamento a firma
dei del Gruppo Futuro e Libertà. Il Miur, comprensibilmente in grande
confusione, ha grande bisogno di analizzare i molteplici aspetti della
situazione, e ANIEF potrebbe essere utilmente consultato, visto che è
il protagonista della vicenda e ripetutamente, per tempo, ma
inascoltato, ha indicato strade virtuose.
E’ già positivo, ma era scontato, che la Ministro si prefigga di varare
nuove regole per i passaggi di provincia, rispettose della sentenza
della Corte costituzionale (come dire che rispetteranno il punteggio
maturato nella graduatoria originaria), ma intanto l’emendamento della
Lega approvato al Senato, in commissione Affari e Bilancio, è in
dissonanza dalla sentenza. E’ già positivo, ma era scontato, che il
Miur rassicuri, sui loro diritti, i contraenti delle nomine a t.i.
effettuate in base alle vecchie graduatorie, nello scorso
agosto/settembre (immissioni in ruolo e incarichi a t.d.). Speriamo di
non sbagliarci: percepiamo toni differenti tra Lega e Ministero, poiché
evidentemente è il ministro ad avere la coda di paglia in ordine
all’eventuale contenzioso con i precari e dichiara di voler confermare
la validità delle immissioni in ruolo ed incarichi conferiti. I precari
danneggiati, in un modo o nell’altro, dall’insipiente gestione delle
graduatorie sono tra i 180mila abilitati che hanno sfruttato l’opzione
dell’inserimento in più province: per l’erario sarebbe una catastrofe,
ed anche per gli uffici (che già ordinariamente sono in difficoltà per
la normale amministrazione). Per uscire dal problema, la Lega conviene
sulla linea della Ministro: procedere agli adempimenti imprescindibili
derivanti dalla sentenza n.41/2011 declaratoria di illegittimità
costituzionale dell'art. 1, comma 4 ter dl n.134/2009 n. 134; questo
dovrebbe significare che al congelamento delle liste si procederà dopo
aver escogitato il modo di salvaguardare i diritti riconosciuti ai
ricorrenti per l’inserimento a pettine. Contestualmente, però, il
senatore Pittoni capogruppo della Lega in VII Commissione accelera
l’iter della riforma del reclutamento dei docenti affinando una
proposta che TuttoscuolaNEWS (n.475 di 14 febbraio 2011) riportata nei
seguenti termini: “Proponiamo un meccanismo su base regionale, ma non
ci sono "fili spinati". Il progetto è inattaccabile sia per quanto
riguarda la Costituzione e la legislazione nazionale sia sotto il
profilo della normativa europea. Per assegnare il punteggio di base ai
candidati, non si farà più riferimento (se non in misura ridotta) alla
valutazione acquisita sul proprio territorio. Si dovrà scegliere una e
una sola regione nella quale eleggere il proprio domicilio
professionale e sottoporsi a quello che abbiamo chiamato “test di
preparazione”, con cui si verificherà l’attitudine all’insegnamento e
l’effettivo livello di preparazione dei candidati nelle singole
materie. Il tutto - questo è fondamentale-, nella regione di arrivo, a
parità di condizioni con i candidati del posto. Quelli valutati con
“manica larga” in altre realtà non riusciranno più a scavalcare chi
effettivamente merita”.(da Anief)
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