Si celebra oggi al Quirinale, alla presenza
del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 'Giorno del
Ricordo' dedicato alle vittime delle foibe, istituito con la legge del
30 marzo 2004.
Dopo l'intervento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei
ministri, Gianni Letta, e la relazione del giornalista e scrittore Enzo Bettiza, verrà eseguito un
concerto dall'orchestra 'I Cameristi Triestini' diretta dal Maestro
Fabio Nossal. Letta consegnerà i diplomi e le medaglie commemorative
del 'Giorno del Ricordo' ai congiunti degli infoibati.
E' imprecisato il numero delle vittime 'infoibate' dai titini, i
seguaci del leader comunista jugoslavo Tito. Gli storici sono divisi:
le stime più condivise vanno dai mille ai 5-6.000 morti, senza
considerare le migliaia di persone uccise nei campi di
concentramento.
La parola 'foiba' è una dialettizzazione del termine latino 'fovea',
ovvero fossa, con la quale si indicano le cavità carsiche presenti in
Friuli, nella Venezia Giulia, in Istria e in Slovenia. Il luogo
'simbolo' è la foiba di Basovizza, a pochi chilometri da Trieste, a 377
metri d'altitudine sul Carso, divenuta monumento nazionale.
In verità, si tratta non di una cavità naturale carsica ma di un pozzo
minerario, scavato all'inizio del Novecento per intercettare una vena
di carbone e poi abbandonato per la sua improduttività. Nel maggio del
1945 divenne un luogo di esecuzioni sommarie per prigionieri, militari,
poliziotti e civili, dapprima destinati ai campi d'internamento
allestiti da Tito in Slovenia.
Il 'Giorno del Ricordo', istituito dalla legge del 2004, si celebra in
Italia il 10 febbraio, "al fine - si legge nel testo - di conservare e
rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le
vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani,
fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda
del confine orientale. Nella giornata sono previste iniziative per
diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle
scuole di ogni ordine e grado. E' altresì favorita, da parte di
istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e
dibattiti, in modo da conservare la memoria di quelle
vicende".(Andkronos)
Alla fine della Seconda guerra
mondiale, mentre tutta l'Italia, grazie all'esercito Anglo-Americano,
veniva liberata dall'occupazione nazista, a Trieste e nell'Istria (sino
ad allora territorio italiano) si è vissuto l'inizio di una tragedia:
la "liberazione" avvenne ad opera dell'esercito comunista jugoslavo
agli ordini del maresciallo Tito.
350.000 italiani abitanti dell'Istria,
di Fiume e della Dalmazia dovettero scappare ed abbandonare la loro
terra, le case, il lavoro, gli amici e gli affetti incalzati dalle
bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o
nei campi di concentramento titini. La loro colpa era di essere
italiani e di non voler cadere sotto un regime comunista.
Trieste, dopo aver subito più di un
mese di occupazione jugoslava, ancora oggi ricordati come "i quaranta
giorni del terrore", visse per 9 anni sotto il controllo di un Governo
Militare Alleato (americano ed inglese), in attesa che le diplomazie
decidessero la sua sorte.
Solo nell'ottobre del 1954 l'Italia
prese il pieno controllo di Trieste, lasciando l'Istria
all'amministrazione jugoslava.
E solo nel 1975, con il Trattato di
Osimo, l'Italia rinunciò definitivamente, e senza alcuna contropartita,
ad ogni pretesa su parte dell'Istria, terra italiana sin da quando era
provincia dell'Impero romano.
Il 10 febbraio è il giorno che
l'Italia dedica alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte
le vittime delle Foibe e dell'Esodo dalle loro terre degli Istriani,
Fiumani e Dalmati.
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