Come confermano numerosi
analisti quest’anno chi insegna o lavora al ministero dell'Istruzione,
all'università o è ricercatore costerà 39.640 euro allo Stato, il 30%
in meno rispetto a chi lavora per il Ministero della salute, per quello
dello Sviluppo economico, per quello della Giustizia, quello
dell'Ambiente e delle Politiche agricole. Dati che servono a sfatare la
leggenda che i lavoratori della scuola costano troppo.
Intanto il Ministero dell’Istruzione ha comunicato alle organizzazioni
sindacali che per il prossimo anno saranno cacciati altri 19mila 700
insegnanti e ben 14.167 tra tecnici e amministrativi. Si tratta della
terza tranche dei tagli imposti dal ministro leghista Giulio Tremonti,
che all’inizio del suo mandato ha ordinato al Ministero della Pubblica
Istruzione, guidato dalla deputata lombarda Mariastella Gelmini, un
piano triennale di 132mila licenziamenti. Il Ministero già mercoledì 9
febbraio dovrebbe comunicare i dati di questa falcidia suddivisi per
regione, suggellando così il definitivo tracollo della scuola
italiana.
Il Ministero oggi dovrebbe comunicare i dati di questa falcidia
suddivisi per regione, suggellando così il definitivo tracollo della
scuola italiana. Aumenteranno ancora di più gli alunni nelle classi,
verrà ridotto il tempo scuola asole 27 ore in tutte le nuove prime,
seconde e terze classi della scuola elementare, elimineranno nella
scuola elementare circa 4700 docenti specialisti di lingua inglese,
ridurranno a 32 ore i quadri orari settimanali delle terze classi degli
istituti professionali, elimineranno 3000 posti nei corsi serali delle
superiori. Un modo di investire sul futuro, massacrare la scuola e
generare nuova disoccupazione.
Salvatore Pizzo (da
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