Prima di diffondere altro
panico e disperazione il direttivo vorrebbe far sapere che:
1. Alcuni esponenti della maggioranza e dell'opposizione ci hanno
comunicato la loro disponibilità a rimandare di un anno i tagli. Non
sappiamo se questa misura verrà adottata, ma era utile far sapere che
si tratta di un ipotesi possibile.
2. Anche se ci saranno numerosi tagli, nemmeno i pensionamenti
dovrebbero essere poi tanto scarsi, anche se non sapremo o meno se
riusciranno a coprirli per intero.
3. Quale che sarà il metodo di reclutamento per il prossimo anno, Adida
si batterà fino in fondo per far valere il diritto di
precedenza.
Si parla di 35mila posti in meno fra docenti e Ata, ma potrebbero
essere anche di più dal momento che nei primi due anni di applicazione
del Piano programmatico le riduzioni di organico sono state inferiori a
quanto previsto dalla legge
Che il dimensionamento degli organici per il prossimo anno scolastico
sarebbe stato pesante era nelle previsioni ma certo è che la
conferma dell’entità dei “tagli” arrivata nei giorni scorsi dal
Ministero non può essere trascurata.
Nei primi due anni di applicazione del Piano programmatico la riduzione
degli organici è stata inferiore alla previsione di legge, sia
perché è stato necessario dare attuazione alla sentenza della Corte
Costituzionale in materia di organici di sostegno sia perché si è
dovuto andare cauti sul personale Ata per non mettere a rischio di
chiusura le scuole più piccole.
Senza contare che la riduzione del numero di autonomie scolastiche si è
realizzata solo in parte a causa della contrarietà delle Regioni
che, nelle loro delibere sul dimensionamento, non hanno tenuto molto
conto delle previsioni del Piano programmatico del 2008.
Sta di fatto che per il 2011/2012 il Ministero chiederà alle scuole di
restituire non meno di 35mila posti (20mila cattedre e 15mila
posti di personale non docente).
Per quanto riguarda gli Ata i sacrifici saranno distribuiti su tutti
gli ordini di scuola ma metteranno in difficoltà soprattutto i plessi
più piccoli di scuola primaria e dell’infanzia che potrebbero non avere
collaboratori scolastici a sufficienza per garantire l’apertura per
tutto l’orario necessario.
Le 20mila cattedre in meno riguarderanno in particolare la secondaria
di secondo grado (nei professionali si passerà da 36 a 32 ore
nelle classi prime, seconde e terze) e la scuola primaria dove
l’orario a 27 ore sarà esteso anche alle classi terze.
E, sempre nella primaria, si parla anche di un taglio di 4.700
posti di lingua inglese.
Ma potrebbe esserci anche un’altra novità: per recuperare
qualche altro migliaio di posti i tecnici del Ministero stanno pensando
di eliminare la compresenza oraria fra insegnante di classe e
insegnante di religione nella scuola primaria che attualmente ha un
“costo” di 2 ore per tutte le classi in cui la religione cattolica
viene insegnata da un docente specialista.
Ovviamente c’è da considerare che questa operazione non può essere
generalizzata in quanto in molte classi la compresenza dei due
docenti (quello curricolare e quello di religione) è
indispensabile per garantire la realizzazione delle attività
alternative richiesta dagli alunni che non si avvalgono
dall’insegnamento della religione cattolica. Una soluzione
potrebbe essere però quella di cancellare la compresenza (e quindi
“tagliare” diverse migliaia di posti nell’arco dei prossimi 2-3
anni) autorizzando al tempo stesso le scuole a nominare supplenti
temporanei per le attività alternative (la spesa complessiva non
cambierebbe molto, ma si otterrebbe il risultato di rispettare gli
obiettivi di riduzione degli organici previsti dalla legge 133/08).
A partire dalla prossima settimana proseguiranno presso il Ministero
gli incontri con i sindacati se non per ricercare soluzioni condivise
quanto meno per individuare criteri per distribuire i sacrifici in modo
omogeneo fra le diverse aree geografiche. (da
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