Patronati presi
d’assalto dai docenti in questi giorni: l’11 febbraio
scade, infatti, il termine ultimo per la richiesta di pensionamento per
chi ha raggiunto la “mitica” cifra del “96”, sommando gli anni d’età
(60-61) e di contribuzione (35-36). Ed è di nuovo fuga dalla scuola.
La
situazione al momento non è del tutto chiara e definita. Alcuni
sindacati parlano di aumento delle domande di pensionamento, altri,
invece, di “leggera flessione”. Ma, intanto, chi può e chi ha maturato
i requisiti previsti dalla legge si mette al riparo da altri possibili
“regalini” ministeriali che rischiano di far allungare i termini della
tanto sospirata “pensione”.
Con le nuove procedure on line, scattate
una settimana fa, sono soprattutto i sindacati ad avere il polso della
situazione. I patronati sono presi d’assalto da docenti e personale
ATA, d'altronde, per la novità dell’anno, che impone lo strumento
informatico, consiglia a tutti, per evitare eventuali errori, di
ricorrere ad esperti del settore.
In tanti, dopo aver prodotto domanda
cartacea ed avendo saputo delle nuove procedure on line, hanno fatto
ricorso al patronato per avere informazioni più dettagliate sul modo di
presentazione dei moduli pensionistici, che, solo per quest’anno,
saranno ancora cartacei.
Ma regna, come sempre, nella scuola governata
dal governo Berlusconi e dal ministro Gelmini, la massima confusione.
Il motivo che spinge tanti docenti e dirigenti scolastici ad andare in
pensione sono, innanzitutto, le nuove norme penalizzanti.
“Dal primo
gennaio 2011 è cambiato il modo di calcolo del TFS (il trattamento di
fine servizio) che adesso è identico al TFR (trattamento di fine
rapporto) e chi resta in servizio rischia di perdere. – dicono i
sindacati – E’ soprattutto questo il motivo per cui stiamo trattando un
numero di pratiche molto più alto di un anno fa”.
E’ in atto quindi un
fuggi fuggi generale, un “tutti a casa” che scatena tanta confusione
anche nelle segreterie scolastiche che dovrebbero avere l’obbligo di
confermare al ministero il riconoscimento e la corrispondenza dei dati
personali di ogni singolo docente. Per tale motivo tutti ricorrono al
proprio patronato di fiducia.
“Anche se uno è esperto in informatica,
ugualmente fa controllare la domanda al proprio sindacato di fiducia”.
Morale della favola: nonostante tutte le procedure siano on line, anche
i tempi della pubblicazione dei pensionamenti, dei trasferimenti e
delle pubblicazioni della graduatorie si sono allungati.
Intanto, i
docenti a tempo indeterminato guardano a bocca aperta gli scatti
d’anzianità cancellati “on line” ed i precari…sognano la loro pensione
che non arriverà mai!
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it