Probabilmente
è stato il più grande poeta spagnolo dell’era contemporanea,
Federico Garcia Lorca, la cui memoria è stata pienamente
riabilitata dopo che per decenni, durante il franchismo, le sue opere
teatrali venivano rappresentate dappertutto tranne che nella propria
patria dove venivano censurate immotivatamente ma,… come si dice, nemo
profeta in patria.
Dopo anni di menzogne e reticenze in cui il regime franchista
non solo ha negato di aver avuto qualche responsabilità nell’assassinio
di F.G. Lorca ma, addirittura, arrivò a sostenere che il poeta
granadino si stesse avvicinando, negli ultimi anni, a posizioni
di destra. Ma, se è vero che egli non prese mai un netto impegno
politico come invece fece un altro poeta spagnolo come Rafael
Alberti e che per questo venne esiliato, è anche vero che in
un’intervista rilasciata ad un quotidiano locale pochi mesi prima della
morte, Garcia Lorca dicesse: “ A questo mondo starò sempre dalla parte
di coloro che non hanno nulla ed ai quali si nega persino la
tranquillità del nulla. Noi intellettuali siamo chiamati al sacrificio,
accettiamolo. Nel mondo non lottano più forze umane ma
telluriche. Se si pongono in una bilancia il risultato di questa lotta
il tuo dolore ed il sacrificio e nell’altro la giustizia per tutti, pur
con l’angoscia di un futuro che si pronostica ma che non si conosce, io
su quest’ultimo piatto batto il pugno con tutta la mia forza.” Riesce
difficile credere che queste parole siano state dette da un uomo che si
avvicinava a posizioni di estrema destra come sostenne la propaganda
franchista.
Successivamente la dittatura assoldò uno storico francese come
Schonberg perché sul finire degli anni Cinquanta scrivesse un libro di
fandonie in cui, senza uno straccio di prova, si assolveva il
franchismo da ogni responsabilità e si sosteneva che F. Garcia Lorca
fosse rimasto vittima di gelosie omosessuali. L a solita storia
dell’assassinio a sfondo omosessuale tirata fuori anche per Pier Paolo
Pasolini allo scopo di mascherare quello che invece fu un delitto
politico atto a liquidare dalla scena culturale e sociale del paese un
personaggio scomodo.
Il regime di Franco, pur negandone il ricordo, si è trovato così a
cercare di scrollarsi di dosso in mille modi diversi l’infamia di
essere stato il mandante dell’ uccisione di uno dei più grandi poeti
del Novecento; quasi come se questa sola morte da sola pesasse più
delle centinaia di migliaia di vittime che la repressione franchista
operò nell’estate del 1936 e solo nella zona limitata di Granada e
dintorni. Garcia lorca venne fucilato alle spalle nella zona di
Viznar , inscenando una fuga fittizia,vicino ad una fonte
chiamata Ainadamar; a nulla valsero i tentativi dei suoi parenti ed
amici di farlo scarcerare.
Al turista che avesse voluto curiosare per la Vega, la pianura
granadina, sino agli inizi degli anni 70, il governo gli concedeva
infatti di “poter ammirare” un vera e propria collinetta di scheletri
ammassati, spessissimo ancora con i vestiti addosso, moltissimi di
donne e bambini, lasciati volutamente dissotterrati dal 1936
perché tale spettacolo servisse da monito alla gente. Ancora oggi,
anche se i resti di quelle povere vittime sono state coperte
sotto una sottile coltre di terra, è possibile inciampare su qualche
teschio o qualche tibia, camminando da quelle parti, come è successo a
me qualche tempo fa..
Di Garcia Lorca ammiriamo soprattutto la versatilità letteraria; i suoi
lavori vanno dalla produzione teatrale alle poesie. Queste ultime
risultano tra le più suggestive della letteratura europea
contemporanea. Ma è soprattutto il Diwan del Tamarit ( dal nome
della huerta, il Tamarit, di proprietà familiare),opera che consta di
21 componimenti poetici e poco conosciuta rispetto alle più famose
raccolte, che costituisce il suo lavoro poetico più profondo e per
certi versi ancora oscuro.
Il Diwan è un classico componimento arabo, e tutte le poesie
contenute sono denominate “gazzelle” ( dall’arabo gahazal, piccoli
sonetti) e qàside , componimenti sempre di origine araba ma molti più
lunghi e di contenuto di solito sentimentale. Tuttavia, l’opera di
Lorca si discosta da quest’ interpretazione propria della poetica
araba: le qàside e le gazzelle non seguono la metrica araba né i
contenuti hanno un significato elegiaco ma piuttosto soggettivo ed
interiore.
Tecla Squillaci
stairwayto_heaven@libero.it