Sta facendo discutere la decisione dell'assessore
all'Istruzione della regione Veneto, Elena Donazzan, Pdl, di invitare
le scuole venete a non adottare, far leggere agli studenti o conservare
nelle biblioteche scolastiche i testi degli scrittori che hanno
sottoscritto nel febbraio 2004 l'appello pro-Battisti. Un invito che di
fatto è allargato anche alle biblioteche civiche e librerie della
regione. A prescindere dal fatto che la censura, sotto ogni forma e
contro qualsiasi cosa o persona, è prerogativa dei regimi. In questo
caso è chiaro che mettere all'indice i libri e censurare degli
scrittori ‘sgraditi’ è profondamente illiberale, specie in uno stato
democratico. A quanto pare in Italia non vale la regola che ognuno è
libero di avere le idee che vuole e adottare le scelte che vuole. Ora,
se un gruppo di letterati italiani ha deciso, nel 2004, di aderire alla
petizione a favore dell’ex terrorista rosso Cesare Battisti, al tempo
latitante in Francia, che in Italia è stato condannato a 4 ergastoli in
contumacia per altrettanti delitti compiuti negli anni di piombo, alla
fine degli anni settanta, questo non vuol dire che quei scrittori
debbano essere boicottati.
Del resto a quella petizione, promossa in Francia, vi hanno aderito
anche decine di artisti e letterati francesi, cosa che però, oltralpe
non ha per nulla scandalizzato i benpensanti. Questo, in virtù del
fatto che ha prevalso la ragione che una scelta, giusta o sbagliata che
sia, va sempre rispettata.
In seguito a questa iniziativa, partita dall'assessore alla Cultura
della Provincia di Venezia, Raffaele Speranzon e fatta propria
dall'Assessore regionale all'Istruzione, Elena Donazzan, nella regione
del nord est è già in atto una sistematica eliminazione dagli scaffali,
ma non dai registri - forse perché si sfiorerebbe l’illegale - delle
biblioteche civiche dei libri di questi scrittori. Una messa al bando,
dagli spazi pubblici e non, che di fatto sta sottraendo alla lettura
centinaia di opere letterali. Quello che lascia perplessi è però, il
fatto che alcuni di questi autori hanno firmato, nel 2004, la
petizione, ma altri non l’hanno fatto. Tra i nomi spiccano quelli di
Roberto Saviano, Massimo Carlotto, Tiziano Scarpa e Carlo Lucarelli. La
lista contiene anche i nomi di altri autori: Valerio Evangelisti, Nanni
Balestrini, Daniel Pennac, Giuseppe Genna, Giorgio Agamben, Girolamo De
Michele, Vauro, Lello Voce, Pino Cacucci, Christian Raimo, Sandrone
Dazieri, Loredana Lipperini, Marco Philopat, Gianfranco Manfredi, Laura
Grimaldi, Antonio Moresco, Carla Benedetti, Stefano Tassinari e tanti
altri. Un atto, quello dei due esponenti del centrodestra veneto, che
lascia, la gran parte dei veneti e non, praticamente sorpresi se non
indignati. L’indignazione della società civile veneta e non si è fatta
subito sentire. Tante le voci contrarie che si sono levate contro
quello che è stato definito il rogo dei libri. Il Comune di Venezia per
primo. Proprio nei giorni scorsi l’Amministrazione cittadina del
capoluogo veneto ha avanzato la proposta di un convegno. Di fatto un
incontro pubblico contro ogni intolleranza e a difesa della piena
libertà dell'arte e della letteratura. Un evento che ha trovato nel
sindaco Giorgio Orsoni e nell’assessore Gianfranco Bettin validi
promotori e sostenitori. Bettin è anche il responsabile del Centro Pace
del Comune, organismo che da anni lavora sul tema dell'incrocio di
culture e di civiltà, che ha ospitato intellettuali di tutto il mondo,
a volte perseguitati per le loro idee nei loro Paesi. Il convegno per
la libertà d'espressione e contro il rogo dei libri si svolgerà nelle
prossime settimane a Venezia, avrà rilievo internazionale, il lavoro
organizzativo è già partito e il programma preciso verrà diramato nei
prossimi giorni.
In merito alla questione è intervenuto anche il presidente
dell’Associazione Italiana Biblioteche, AIB, Mauro Guerrini che ha
affermato: “In democrazia non sono ammissibili liste di proscrizione,
censure, divieti espliciti o impliciti di accesso ai documenti della
biblioteca”. “Immaginare provvedimenti di questo tipo, oltre che
violare la nostra carta costituzionale, produce un imbarbarimento del
nostro vivere civile e costituisce un precedente gravissimo e rischia
di danneggiare gli stessi sacrosanti tentativi di far estradare nel
nostro Paese Battisti. In uno stato di diritto sorretto da istituzioni
democratiche e da una società libera e aperta, chiunque sia condannato
a quattro ergastoli con sentenze passate in giudicato deve scontare la
propria pena”, ha spiegato Guerrini. La questione del boicottaggio dei
libri in Veneto è più volte, in passato, venuta alla ribalta delle
cronache. Un’iniziativa di boicottaggio venne avviata lo scorso anno
dal deputato leghista, Paolo Grimoldi per bandire il libro ‘Il diario
di Anna Frank’ alle elementari, mentre è ora in corso, sempre da parte
della Lega, un boicottaggio dei testi di Roberto Saviano dalle
biblioteche civiche venete, iniziativa che ovviamente non ha nulla a
che vedere con le ultime esternazioni dello scrittore in una famosa
trasmissione televisiva. L’iniziativa è stata bollata come atto di
censura arbitrario dalla scrittrice Dacia Maraini che ha spiegato:
“Tutte le dittature sono cominciate così, proibendo i libri. E' una
scelta molto grave”. “Quando si comincia con queste misure, non si sa
dove si andrà a finire”, ha aggiunto la scrittrice. Anche lo scrittore
e storico Giordano Bruno Guerri, commentando la notizia ha affermato:
“Credo che un politico non dovrebbe impicciarsi nelle decisioni
scolastiche”. Da parte sua, in merito alle critiche ricevute, Elena
Donazzan ha commentato: “mi stupisco che non ci si indigna che questi
intellettuali abbiano firmato un appello a favore di Cesare Battisti e
ci si indigna invece perchè due assessori, la sottoscritta e Raffaele
Speranzon della Provincia di Venezia, abbiano detto ad alta voce quello
che pensano tutti i nostri concittadini e cioè che bisogna condannare
gli atteggiamenti di protezione di questo autore di crimini efferati
che, ripeto, non è un perseguitato politico ne un uomo mite e pacifico
come scritto in quell'appello”.
“La nostra è una regione che ha avuto già in passato cattivi maestri -
allora, la libertà è assicurata ma nel momento in cui c’è il rischio
che vadano a parlare nelle scuole e a dare messaggi altamente
diseducativi, invito le scuole ad evitare questo rischio. Noi abbiamo
bisogno di buoni esempi e non di cattivi maestri”, ha aggiunto
l'assessore regionale. In merito alla discussione di questi giorni, su
scrittori censurati e libri all’indice nel Veneto, si sono registrati
diversi interventi. A prendere le distanze dal boicottaggio nelle
scuole dei libri degli autori pro-Cesare Battisti la Fondazione del
premio letterario 'Campiello'. “Mai proibire i libri! La liberta' di
pensiero e della circolazione di idee, sono le basi della democrazia e
fondamenti del nostro vivere civile”, ha affermato il Presidente della
Fondazione nonché di Confindustria Veneto, Andrea Tomat che ha
aggiunto: “Non condivido le dichiarazioni provocatorie di alcuni
esponenti politici della nostra regione, sono certo che nessuno ritenga
difendibile Cesare Battisti, e io certamente sono tra i più favorevoli
ad una dura condanna. Per questo sono convinto, che nessuno degli
esponenti politici della nostra regione voglia ostacolare la libertà di
pensiero, quanto, piuttosto, porre l'accento sull'importanza di tener
sempre viva l'attenzione su importanti questioni morali”. “Ogni forma
di censura è odiosa, ma sono sicuro che l'assessore Donazzan volesse
solo esprimere il disagio di fronte ad alcune scelte radicali, frutto
di opinioni personali legittime che prescindono l'attività letteraria
ma quanto meno imbarazzanti, da parte di scrittori e uomini di cultura
che sono costituiscono un esempio per i ragazzi. Senza voler entrare in
casi specifici, eviterei sempre che la politica entri nelle aule di
scuola. Ci vuole buon senso a volte o si finisce per avere un ex
terrorista che parla ai ragazzi in un aula d'università”, è stato il
giudizio espresso in merito da Massimo Calearo del Gruppo Misto alla
Camera. “La Libertà della cultura va rispettata e mi irrita che
qualcuno esprima la volontà, la voglia e decida di imporre di mettere
al rogo dei testi scritti che sono negli scaffali delle biblioteche
delle scuole. Come insegnante sono indignato”. Con queste parole
Alberto Mazzonetto, Capogruppo della Liga Veneta Lega Nord in Comune di
Venezia, ha espresso la sua posizione in merito alla questione. Il
consigliere comunale del Carroccio ha anche affermato che: “sono a
favore dell'estradizione del terrorista in Italia dal Brasile, ma
ritengo che non si possa utilizzare la cultura per demonizzare una
questione politica che va ben oltre i testi degli autori pro Battisti”.
“Non mi pare che si possa imporre alla libera scelta dei docenti quali
testi far leggere agli studenti, è un atteggiamento reazionario che
denota intolleranza ed uno scarso livello di cultura da parte di chi lo
persegue e lo vuole imporre. Per quanto mi riguarda non c’è alcuna
condivisione con la scelta dell'assessore regionale Donazzan. Sono un
rappresentante della Lega ma prima di tutto anche un insegnante e un
uomo di cultura.
E la cultura è un bene che non va offeso così facilmente e senza alcuna
cognizione di causa”, ha concluso il Mazzonetto. “Battisti è un
criminale, e non c’è niente da discutere. Si può anche rivedere e
discutere tutto quello che è successo durante gli anni di piombo, ma
sulla vicenda Battisti non si discute. Ciò detto e premesso, i libri
non vanno ne bruciati ne messi all'indice, ne tolti dalle biblioteche,
anche quando contengono pagine che possono ritenersi 'ignobili'. I
libri si possono leggere o meno, e il giudizio lo dà il lettore, ma non
si possono mai togliere dalle biblioteche”. Queste le parole con cui
Franco Miracco, esponente di 'Verso Nord', ha commentato la discussione
in corso in questi giorni su scrittori censurati e libri all’indice nel
Veneto. “bisogna far maturare e crescere il numero di lettori, cosa che
non avviene nel nostro Paese”, ha aggiunto l’esponente politico. Un
affermazione quest’ultima che trova piena conferma negli ultimi dati
ISTAT diffusi di recente secondo cui in Italia meno del 47 per cento
degli italiani legge almeno un libro nel corso dell’anno. Significative
le parole del portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando che ha
affermato: “Sottrarre alla libera consultazione testi, documenti e
saperi è un attentato alla persona, alla sua crescita educativa e
morale. Un delitto contro la libertà individuale, tipico dei peggiori
regimi. Inorridisce il tentativo di manipolare le coscienze ma ancor
più inorridisce che nessun esponente della Lega nord, in questa
maggioranza, abbia chiaramente preso le distanze da chi vorrebbe farsi
depositario del sapere e della cultura nazionali”. Effettivamente il
lanciare inviti a non comprare, far leggere o tenere libri scritti di
certi autori, specie se questi sono tra i più letti, è davvero un
attentato alla cultura, un atto di integralismo. Un po’ come è avvenuto
in Iran dove il regime islamico degli Ayatollah di recente ha messo al
bando tutti i libri dello scrittore brasiliano, Paulo Coelho. Che
l’Italia stia diventando integralista? (da
http://www.dazebaonews.it/)