E' stata accolta la prima
class action italiana contro la pubblica amministrazione. Il Codacons
ha infatti avviato una azione contro il ministero dell'Istruzione, che
fa riferimento alle cosiddette "classi pollaio", ossia quelle aule
scolastiche (che il Codacons ha raccolto in un apposito elenco
depositato al Tar) nelle quali il numero di alunni supera i limiti
fissati dalla legge, con grave danno per la sicurezza di studenti e
insegnanti.
Dal punto di vista della giurisdizione, il Tar ritiene immediatamente
applicabile la legge sulla class action contro le amministrazioni
pubbliche, e legittima il Codacons ad agire in nome e per conto dei
cittadini danneggiati. Nel merito della classi sovraffollate il Tar
scrive: "Il piano generale di riqualificazione dell'edilizia scolastica
(previsto dall'art. 3 del DPR 81/09 - n.d.r.) non e' stato ancora
adottato, costituendo il decreto interministeriale 23 settembre 2009
misura diversa ed eterogenea, di natura urgente e provvisoria, per
garantire la vivibilita' degli ambienti delle scuole inidonee ad
ospitare classi piu' numerose di quelle pregresse, nelle more di una
loro necessaria riqualificazione a mezzo del piano.
Rimane da chiarire una circostanza ulteriore, ossia, se l'inerzia delle
amministrazioni citate si sia, o meno, protratta cosi' a lungo da
violare il termine di legge [...]. La norma impone che le istituzioni
scolastiche alle quali concedere la deroga, siano gia' individuate in
un apposito piano generale di riqualificazione dell'edilizia
scolastica, indi lo stesso, a stretto rigore, fermi restando i tempi
per la sua attuazione, avrebbe comunque dovuto essere adottato prima
dell'anno scolastico 2009/2010à E' evidente che l'inerzia si sia gia'
protratta ampiamente oltre il limiti di legge". Tutto cio' considerato,
il Tar accoglie il ricorso del Codacons e "accertata la mancata
emanazione del piano generale di edilizia scolastica previsto dall'art.
3 del DPR 81/09, ordina al ministero dell'Istruzione ed al ministero
dell'Economia l'emanazione, di concerto, del predetto piano generale,
entro 120 giorni dalla notificazione della presente sentenza".
Ora il ministro Gelmini ha 120 giorni
di tempo per emettere un piano in grado di rendere sicure le aule
scolastiche ed evitare il formarsi di classi da 35 o 40 alunni
ciascuna. "Se non lo fara'-
afferma il presidente Carlo Rienzi- saremo costretti a chiedere la
nomina di un commissario ad acta che si sostituisca al Ministro e
ottemperi a quanto disposto dal Tar. Grazie a questa sentenza, inoltre,
docenti e famiglie i cui figli sono stati costretti a studiare in aule
pollaio, potranno chiedere un risarcimento fino a 2.500 euro in
relazione al danno esistenziale subito".
(da www.dire.it)
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