Gli alunni con
disabilita' presenti nella scuola dell'obbligo nell'anno scolastico
2009/2010 sono poco piu' di 130 mila; di questi, circa 73 mila sono
studenti della scuola primaria e circa 59 mila della scuola secondaria
di I grado. In entrambi gli ordini scolastici le alunne con
disabilita' rappresentano solo un terzo della popolazione (nella scuola
primaria sono 32,6% e nella scuola secondaria il 37,3% degli alunni con
disabilita'). E' quanto
emerge dall'indagine Istat ''L'integrazione degli alunni con
disabilita' nelle scuole primarie e secondarie di I grado, statali e
non statali'', relativa agli anni scolastici 2008/2009 e 2009/2010 e
diffusa oggi. (ASCA)
In Italia l'incidenza sul Pil della
spesa in istruzione e formazione e' pari al 4,6 per cento (2008),
valore inferiore a quello dell'Ue27 (5,2 per cento), ma gli studenti
italiani nel 2009 hanno migliorato le proprie competenze rispetto al
2006. E' quanto
emerge dal rapporto ''Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese
in cui viviamo'' messo a punto dall'Istat. (ASCA)
redazione@aetnanet.org
DISABILI: ISTAT, NELLE SCUOLE ITALIANE
SONO 130 MILA (SCHEDA)
(ASCA) - Roma, 19 gen - Gli alunni con disabilita' presenti nella
scuola dell'obbligo nell'anno scolastico 2009/2010 sono poco piu' di
130 mila; di questi, circa 73 mila sono studenti della scuola primaria
e circa 59 mila della scuola secondaria di I grado. In entrambi gli
ordini scolastici le alunne con disabilita' rappresentano solo un terzo
della popolazione (nella scuola primaria sono 32,6% e nella scuola
secondaria il 37,3% degli alunni con disabilita'). E' quanto emerge
dall'indagine Istat ''L'integrazione degli alunni con disabilita' nelle
scuole primarie e secondarie di I grado, statali e non statali'',
relativa agli anni scolastici 2008/2009 e 2009/2010 e diffusa oggi.
L'indagine, svolta nell'ambito di un progetto finanziato dal ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con il
Ministero dell'Istruzione, Universita' e Ricerca, si e' posta
l'obiettivo di rilevare le risorse di cui si sono dotati i singoli
plessi scolastici per favorire l'inserimento degli alunni con
disabilita'.
Nella scuola primaria la popolazione scolastica con disabilita' ha
un'eta' media intorno ai 9,7 anni e ben il 33% degli alunni
frequentanti ha un'eta' superiore ai 10 anni.
Nella scuola secondaria di I grado l'eta' media della popolazione con
disabilita' e' pari a 13,5 anni, con una percentuale di alunni con eta'
superiore ai 15 anni pari al 20%. Questi dati evidenziano un elevato
livello di ripetenza nella popolazione con disabilita', fenomeno
negativo in quanto, in alcuni casi, testimonia un semplice
prolungamento nel tempo del progetto riabilitativo dell'alunno con
disabilita', soprattutto in mancanza di servizi territoriali capaci di
prendere in carico tali persone.
UN ALUNNO DISABILE SU QUATTRO HA PROBLEMI AUTONOMIA. Il 25,8% degli
alunni con disabilita' ha problemi nello svolgere in modo autonomo
almeno una delle seguenti attivita': spostarsi all'interno della
scuola, mangiare e andare in bagno in modo autonomo; il restante 74%
degli alunni della scuola primaria non presenta problemi di questa
natura. Nel Mezzogiorno si trova la percentuale piu' alta di alunni con
disabilita' con problemi di autonomia (30,7%), contro il 21,6% degli
alunni con disabilita' del Nord. Nella scuola secondaria di I grado si
trova un quadro simile, con il 78,7% degli alunni con disabilita' senza
problemi di autonomia e il 21,1% con problemi di autonomia. La
distribuzione territoriale evidenzia sempre una maggiore presenza di
alunni con problemi di autonomia nel Mezzogiorno (26,3% rispetto al
18,1% del Nord). Per quanto riguarda i problemi degli alunni della
scuola primaria si riscontra che circa il 5% della popolazione con
disabilita' ha problemi di tipo visivo, circa il 5% ha problemi di tipo
uditivo e circa il 14,3% ha problemi di tipo motorio.
AMBIENTE SCOLASTICO POCO ACCESSIBILE. Nel mondo della scuola
l'ambiente, in senso stretto, e' ancora oggi poco accessibile e la
presenza di scuole con strutture per il superamento delle barriere
architettoniche appare ancora troppo bassa, seppure in aumento. Per
entrambi gli anni scolastici (2008/2009 e 2009/2010), infatti, le
scuole secondarie di I grado presentano una condizione
architettonicamente piu' accessibile agli alunni con disabilita'
rispetto alle scuole di ordine inferiore. In generale, la situazione
relativa all'abbattimento delle barriere architettoniche sembra
migliorare per entrambi gli ordini scolastici passando da un anno
all'altro. L'analisi sul territorio, pur evidenziando differenze
marcate tra le diverse regioni, mostra come anche nelle regioni piu'
''virtuose'' il 30% delle scuole non abbia ancora terminato
l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Il gradiente Nord-Sud e' molto evidente in entrambi gli anni scolastici
e ordini di scuola per quanto concerne la presenza di scale a norma e
di servizi igienici accessibili, mentre la situazione delle scuole, per
i percorsi interni ed esterni, sembra essere meno caratterizzata
territorialmente.
Nell'anno scolastico 2008/2009 le scale e i servizi igienici a norma
sono presenti in piu' del 70% delle scuole primarie e secondarie di I
grado, mentre, complessivamente, poco piu' del 50% delle scuole sembra
avere dei percorsi interni ed esterni non accessibili agli alunni con
disabilita' motoria o sensoriale. La Provincia Autonoma di Trento ha il
minor numero di scuole non a norma, soprattutto per cio' che riguarda
le barriere fisiche, mentre in Calabria si trova la quota piu' alta di
scuole non a norma Nell'anno scolastico 2009/2010 la situazione sembra
essere leggermente migliorata: le scale e i servizi igienici a norma
sono presenti in piu' del 75% delle scuole primarie e secondarie di I
grado, mentre, complessivamente, poco piu' del 65% delle scuole sembra
avere dei percorsi interni ed esterni accessibili. Tra le Regioni piu'
virtuose, alla Provincia Autonoma di Trento si aggiungono la Lombardia
e la Provincia Autonoma di Bolzano, mentre sono la Calabria e la Valle
d'Aosta a presentare i valori piu' bassi, ma solo per quanto riguarda i
percorsi interni ed esterni.
INSEGNANTI DI SOSTEGNO. Infine, sul fronte degli insegnanti di sostegno
l'Istat evidenzia che il processo di integrazione scolastica passa
attraverso ''lo sviluppo delle competenze dell'alunno negli
apprendimenti, nella comunicazione e nella relazione nonche' nella
socializzazione, obiettivi raggiungibili attraverso la collaborazione
ed il coordinamento di tutte le componenti in questione nonche' dalla
presenza di una pianificazione puntuale'' degli interventi da mettere
in atto.
Per quando riguarda l'apprendimento, la figura professionale di
riferimento e' quella del docente curriculare e del docente di
sostegno, cui si affiancano, per lo sviluppo della comunicazione, delle
relazioni e della socializzazione, altre figure professionali, tra le
quali l'assistente educativo culturale (AEC) o assistente ad personam,
il facilitatore della comunicazione, il comunicatore per sordi e il
collaboratore scolastico con assegnazione specifica per l'assistenza
agli alunni con disabilita'. I dati relativi ai docenti di sostegno
vengono diffusi dal Miur, mentre poco delle altre figure professionali
che dovrebbero supportare, a seconda delle specifiche esigenze,
l'alunno con disabilita' nel processo di integrazione sociale.
Nell'anno scolastico 2008/2009 i dati del Miur indicano che nella
scuola statale ci sono circa 60.529 insegnanti di sostegno nel
complesso dei due ordini scolastici, considerando sia quelli a tempo
indeterminato sia determinato. Di questi, 33.556 lavorano nella scuola
primaria e 26.973 nella scuola secondaria di I grado.
La Legge finanziaria del 2008 ha stabilito che, a livello nazionale,
deve esserci un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilita'
e ha limitato, contemporaneamente, l'accesso alle deroghe (l.
244/2007). Nonostante l'obiettivo nazionale sembri essere stato
raggiunto, sussistono alcune differenze regionali: la Basilicata,
infatti, ha un numero medio di alunni con disabilita' per insegnate di
sostegno piu' basso (pari a 1,4), seguita dalla Calabria (1,7). Nel
Lazio e in Abruzzo si riscontra, invece, un numero medio di alunni per
docente piu' elevato, pari a 2,5.
L'indagine dell'Istat mostra che, oltre agli insegnanti di sostegno,
lavorano nelle scuole statali e non statali circa 13 mila assistenti
educativi culturali (AEC), 700 comunicatori per sordi, 1.500
facilitatori della comunicazione e 20.289 collaboratori scolastici con
assegnazione specifica per l'assistenza agli alunni con disabilita'.
ISTRUZIONE: ISTAT, ITALIA SPENDE 4,6%
PIL CONTRO 5,2% DELLA UE
(ASCA) - Roma, 19 gen - In Italia l'incidenza sul Pil della spesa in
istruzione e formazione e' pari al 4,6 per cento (2008), valore
inferiore a quello dell'Ue27 (5,2 per cento), ma gli studenti italiani
nel 2009 hanno migliorato le proprie competenze rispetto al 2006. E'
quanto emerge dal rapporto ''Noi Italia. 100 statistiche per capire il
Paese in cui viviamo'' messo a punto dall'Istat.
Circa il 46 per cento della popolazione in eta' compresa tra i 25 e i
64 anni ha conseguito come titolo di studio piu' elevato soltanto la
licenza di scuola media inferiore, valore che - nel contesto europeo -
colloca il nostro Paese distante dalla media Ue27 (27,9 per cento nel
2009). I dati relativi al 2009 sul livello delle competenze, derivati
dall'indagine Pisa promossa dall'Ocse, mettono in luce un recupero
rispetto al 2006 dello svantaggio degli studenti 15enni italiani in
tutte le literacy considerate, con punteggio nelle rispettive scale di
valutazione pari a quello medio Ue in lettura, superiore di 9 punti in
matematica e inferiore di 8 punti in scienze. La quota di giovani
(18-24enni) con al piu' la licenza media, che ha abbandonato gli studi
senza conseguire un titolo superiore, e' pari al 19,2 per cento e
colloca il nostro Paese in una delle posizioni peggiori nella
graduatoria Ue27 (media 14,4 per cento nel 2009).
La partecipazione dei giovani al sistema di formazione dopo il termine
del periodo di istruzione obbligatoria e' pari all'82,2 per cento nella
fascia di eta' 15-19 anni e al 21,3 per cento tra i 20-29enni,
rispettivamente 2,7 e 3,8 punti percentuali al di sotto dei valori medi
dell'Ue27 (anno 2008).
Nell'anno scolastico 2007/08, il 12,3 per cento degli iscritti al primo
anno e il 3,5 per cento degli studenti del secondo anno delle scuole
superiori abbandonano il percorso di studi prescelto senza completare
l'obbligo formativo.
Il 19,0 per cento dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio
universitario (o equivalente), quota cresciuta di 3,3 punti percentuali
tra il 2004 e il 2009. Tale livello e' tuttavia ancora molto contenuto
rispetto all'obiettivo del 40 per cento fissato da ''Europa 2020''.
I giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), non piu'
inseriti in un percorso scolastico/formativo, ma neppure impegnati in
un'attivita' lavorativa, sono poco piu' di due milioni, il 21,2 per
cento tra i 15-29enni (anno 2009), la quota piu' elevata a livello
europeo.
Gli adulti impegnati in attivita' formative, un elemento considerato
cruciale nella lotta contro l'esclusione sociale, sono il 6 per cento
del totale nel 2009, meno della meta' rispetto al livello obiettivo da
perseguire entro il 2010 secondo la strategia di Lisbona (12,5 per
cento).