Se lo Stato
assumesse 100mila precari risparmierebbe mezzo miliardo di euro: a
sostenerlo è la Flc-Cgil, secondo cui il numero modesto di immissioni
in ruolo degli ultimi anni (nel 2010 tra docenti e Ata appena 16.500)
non ha motivo di ripetersi. Per sostenere la propria richiesta, il
sindacato confederale ricorda che secondo stime attendibili nei
prossimi tre anni lasceranno il lavoro circa 70mila insegnanti che, in
virtù dello stipendio maggiorato dall'anzianità di servizio, costano
allo Stato molto di più dei neo-assunti.
Il ragionamento del sindacato è questo: coloro che nella scuola firmano
un contratto a tempo indeterminato, in busta paga percepiscono lo
stipendio iniziale pari in media a 1.200-1.300 euro netti; la somma
degli stipendi di questi 100mila stipendi, di cui 30mila non docenti,
sarebbe quindi inferiore di mezzo miliardo di euro rispetto a quella
riguardante i 70mila insegnanti che hanno lasciato il servizio per la
pensione. La Flc-Cgil ha chiamato l'obiettivo, da attuare già a partire
dalla prossima estate con la prima tornata di 30-35mila assunzioni a
titolo definitivo (praticamente il doppio degli ultimi anni),
operazione 'Centomila'. (TMNews)
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