Lettere in
redazione
Vorrei scrivere sulla controversa questione del congelamento delle
graduatorie, che proprio oggi in senato potrebbe essere riproposta in
sede di conversione in legge del decreto milleproroghe.
Come molti sanno, ma forse non tutti, il “congelamento” delle
graduatorie ad esaurimento preclude di fatto la possibilità per i
docenti precari di ogni ordine e grado di potersi spostare da una
graduatoria all’altra eo di aggiornare il punteggio relativo ai nuovi
titoli acquisiti nel biennio di vigenza delle attuali graduatorie
(2009-2011), con la conseguenza che molti di essi, dopo anni e anni di
onorato precariato, vedrebbero sfumare non soltanto la possibilità di
una eventuale immissione in ruolo, ma anche di una cattedra annuale,
assistendo impotenti allo scenario di una scellerata politica fatta
soltanto di tagli all’istruzione e volutamente accanitasi sul mondo
della scuola e dell’università.
Come molti sanno, ma forse non tutti, i promotori di questa insensata
scelta politica (che non oso chiamare riforma, nel rispetto di “ben
altre” onorabili riforme del passato) è voluta fortemente dalla Lega
Nord, nell’intento di perseguire il suo piano di divisione fra regioni
del nord e del sud con l’obiettivo di preservare e valorizzare la
cultura e le tradizioni locali dall’invasione “barbara” dei docenti del
meridione.
Ovviamente questa scelta viene appoggiata da una maggioranza (comprata
per soli tre voti) che ha ceduto al ricatto della logica sterile dello
scambio di favori fra la Lega e il Pdl, cioè uno sporco compromesso che
mette in rilievo gli interessi personali e privati di una parte
politica da un lato e il sentimento fortemente discriminatorio e
razzista di chi identifica la ragion d’essere del proprio partito nella
difesa e nella salvaguardia della propria identità territoriale.
Ma tornando alla questione del congelamento, verrebbe da chiedersi come
mai fra tutti i settori della P.A. il maggior numero dei tagli riguarda
proprio la scuola e l’università? Come mai il maggior numero dei tagli
si concentra proprio nelle regioni meridionali? Come mai il
congelamento non riguarda anche i trasferimenti all’interno degli enti
locali (comuni, province, regioni, ecc..)? Perché penalizzare
maggiormente proprio il settore dell’istruzione pubblica che, al
contrario, dovrebbe ricevere i maggiori incentivi?
Mi verrebbe da pensare, e non sono sicuramente il solo, che la cultura
fa paura al nord! Sì, proprio così!
E’ noto infatti che il maggior numero di laureati risiede proprio al
sud ed è proprio questa cultura che fa paura a chi non ce l’ha! Allora
si cerca di combattere proprio questa cultura lanciando con ogni mezzo
campagne di diffamazione contro gli insegnanti, snocciolando dati e
percentuali (poco credibili) sui diversi livelli di istruzione fra
scuole del nord e scuole del sud, sminuendo e ridicolizzando il valore
stesso dei titoli di studio ottenuti al sud.
La verità è che il sud produce ottima cultura, così come produce ottime
arance. Ma la cultura, come le arance, non ha mercato al nord perché la
qualità non ha prezzo e la fredda logica del mercato impone un prezzo
anche ai prodotti più scadenti.
Purtroppo il vero prezzo della cultura lo stiamo pagando noi sulla
nostra pelle.
Giovanni
Lanaia.
Lanaia.giovanni@tiscali.it