Due
docenti precari che per tre anni sono stati licenziati a fine giugno e
riassunti a settembre, hanno ottenuto novemila euro a testa per danni
dal giudice del lavoro
Non sono stati assunti a tempo indeterminato, ma hanno comunque
ottenuto un importante risultato nella causa contro il datore di
lavoro, il ministero della Pubblica istruzione, nell'Italia dove il
precariato è assurto, specie nel mondo della scuola, a metodo di
reclutamento per la forza lavoro.
Ed è così che due insegnanti hanno ottenuto, dal giudice del lavoro del
tribunale di Oristano (zona nella quale erano stati impiegati)
Maddalena della Casa, il riconoscimento dei danni subìti dal fatto di
essere perennemente precari; un ricorso, curato dall'avvocato Claudio
Solinas e promosso dal sindacato della Gilda di Nuoro, in particolar
modo dal suo segretario Maria Domenica Di Patre che da anni sta
combattendo per il riconoscimento dei diritti dei
precari.
Il giudice ha sancito che gli insegnanti precari, quelli cioè che
vengono chiamati a coprire le cattedre dal primo settembre per poi
essere licenziati il 30 giugno di ogni anno, subiscono un innegabile
danno per via della condizione di instabilità lavorativa, che si
ripercuote sugli istituti contrattuali riconosciuti ai docenti assunti
a tempo indeterminato: tra questi, la tredicesima e il trattamento di
fine rapporto. Oltre che la valutazione più macroscopica, ossia la
mancata retribuzione nei mesi di luglio e agosto.
Nel ricorso, gli insegnanti, attraverso l'avvocato Solinas, chiedevano
innanzitutto la trasformazione dell'assunzione da tempo determinato a
tempo indeterminato. In subordine, che venisse però riconosciuto quel
danno legato ad una retribuzione indubbimante inferiore per via della
condizione di precari.
Il giudice ha accolto proprio questa richiesta. Ha disposto che fosse
un consulente tecnico ad occuparsi dei calcoli relativi a questa
situazione di svantaggio. Il 26 novembre scorso c'è stata la pronuncia
della sentenza, che, tenendo conto dei calcoli compiti dal consulente e
legati agli ultimi tre anni di servizio (per i quali era stato
presentato il ricorso), ha comportato il riconoscimento del danno,
quantificato in 8667,58 euro per ciascuno degli insegnanti, che, con
gli interessi, è arrivato alla cifra di circa 9mila euro. Cifre che
dovranno essere corrisposte dal ministero della Pubblica istruzione.
Una vittoria che stabilisce il riconoscimento del danno derivante da
una disparità di trattamento tra i docenti in ruolo e quelli precari. È
prevedibile che ora seguiranno altri ricorsi, che però devono essere
inoltrati, per motivi legati alla entrata in vigore della normativa,
entro 60 giorni a partire dal 26 novembre.
( di Simonetta Selloni da http://lanuovasardegna.gelocal.it/)
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