I sindacati
lanciano l'allarme per l'occupazione giovanile sollecitando misure
concrete da parte del governo. Che per voce del ministro del Lavoro,
Maurizio Sacconi, annuncia che a giorni incontrerà le Regioni sugli
ammortizzatori in deroga e riunirà la cabina di regia per l'attuazione
del Piano nazionale per l'occupabilità dei giovani (con i ministri
dell'Istruzione e della Gioventù).
L'Istat segnala «un andamento dell'occupazione sostanzialmente stabile
in un quadro europeo che Eurostat descrive altrettanto stabile» per
Sacconi, che sottolinea il dato medio europeo del 10,1% di disoccupati.
Il ministro parla anche del «consolidarsi della disoccupazione
giovanilesoprattutto nel Mezzogiorno», ed annuncia a breve una riunione
della cabina di regia per esaminare le nuove iniziative di spesa
deliberate a fine anno per circa 250 milioni, rivolte alla promozione
dell'apprendistato nei lavori tradizionali e manuali dell'artigianato e
contro la dispersione scolastica.
Di diverso tono i commenti dei sindacati. «Abbiamo il più alto tasso di
disoccupazione – commenta Fulvio Fammoni (Cgil) – i record della cassa
integrazione e della disoccupazione giovanile in Europa. Il poco lavoro
che si crea è quasi esclusivamente precario o frutto della
regolarizzazione di colf e badanti, ovvero è lavoro che già esisteva».
Il dato dei giovani per Fammmoni è «segno di una disoccupazione
qualificata in crescita mese dopo mese», per risolvere il problema
«occorre buona occupazione, non certo lo slogan di accettare qualsiasi
lavoro». Peraltro la Cgil ricorda che la legge di stabilità ha
stanziato 1 miliardo di incremento al fondo occupazione per
rifinanziare gli ammortizzatori in deroga, le politiche del lavoro e il
trasporto pubblico locale. Risultato: per la Cgil solo 33 milioni vanno
alla cassa in deroga nel 2011, oltre al residuo dello scorso biennio.
Il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, sottolinea
che «il tasso di disoccupazione giovanile raggiunge l'apice mai toccato
del 29%», guarda «con interesse» alla cabina di regia e lancia 3
proposte: consentire la totalizzazione di tutti i contributi versati
dai precari a qualsiasi titolo (oggi servono almeno 3 anni);
contrastare gli abusi di stage, inserendoli all'ultimo anno di
frequentazione di corsi scolastici o universitari per avere
un'esperienza lavorativa prima di uscire da scuola come nel resto
d'Europa; prevedere un'ulteriore decontribuzione per l'apprendistato in
modo da coprire parte di quei 140mila posti vacanti, segnalati dai
principali osservatori. Per Guglielmo Loy (Uil) «la crisi sta
penalizzando soprattutto i più deboli, ovvero i giovani impiegati in
lavori precari». Serve una terapia d'urto: «Insieme alle politiche di
protezione – continua Loy – servono incentivi corposi alle imprese in
grado di offrire occupazione di qualità». (da IlSole24Ore)
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