Nel 2023,
i libri di storia della scuola che abbiamo costruito con la lotta,
riferiranno la storia degli ultimi, degli sfruttati; la storia di
coloro che hanno lottato realmente per difendere l’istruzione pubblica
e i diritti di tutti i lavoratori; racconteranno la storia di quelli
che hanno messo in campo tutti gli strumenti a loro disposizione per
rispondere alla miseria materiale e culturale che il potere offriva.
Nel 2023, i libri di storia racconteranno la storia della FIOM, della
sua fermezza nel difendere i progressi compiuti dagli individui, della
sua ostinazione di fronte all’arrogante tentativo di cancellare il
contratto nazionale dei lavoratori; parleranno della sua resistenza di
fronte a chi aveva la presunzione di dichiarare sorpassati diritti
inalienabili in nome della stesso mercato che aveva portato alla crisi,
mostrando il suo fallimento. In quei libri, si parlerà del ricatto
lavorativo a cui erano stati sottoposti migliaia di lavoratori, per cui
solo la FIOM aveva rappresentato concretamente una possibilità di
vittoria, di fronte a chi vaneggiava lavoro senza diritti.
Nel 2023, nei libri di storia si dirà della FIOM come dell’unica
categoria in grado di offrire un po’ di credibilità ad un sindacato, la
CGIL, che aveva perso la bussola del futuro, che non aveva resistito
alle sirene di chi farneticava di una modernità arcaica in nome del
solito profitto per pochi e di un presunto nuovo capitalismo.
Nel 2023, nei libri di storia della scuola che abbiamo costruito con la
lotta si parlerà della FIOM, ma nessun libro parlerà della FLC;
probabilmente, qualcuno ne ricorderà l’occasione mancata, ne deplorerà
la sua arrendevolezza di fronte ad un governo che la voleva debole, ne
evidenzierà l’incapacità di mettere in campo tutti gli strumenti a sua
disposizione per fronteggiare il tentativo di distruggere la scuola
pubblica, la sua laicità, la sua gratuità, il suo essere unico
strumento per combattere le disuguaglianze e impedire la stagnazione
sociale, ne sottolineerà la sua incapacità di incidere dentro le scuole
per impedire le diffuse illegalità e le inefficienze che favorivano
modelli di scuola privatistici. Nei libri di storia del 2023 si
parlerà, soprattutto, di come il movimento degli studenti e degli
insegnanti era stato lasciato solo nella lotta; studenti e insegnanti
più volte avevano chiesto lo sciopero generale per difendere
l’istruzione pubblica, per difendere la scuola e l’università, ma
qualcuno ormai lo aveva considerato un totem, uno strumento di lotta
tutto interno all’organizzazione. Anche lo sciopero a quell’epoca stava
per essere bandito. Come i diritti era considerato uno slogan. Nel
2023, i libri di storia della scuola che abbiamo costruito con la lotta
non parleranno della FLC, ma soltanto delle migliaia di studenti e di
precari che con la lotta hanno tentato con le unghie e con i denti di
difendere l’istruzione pubblica.
Il 2023 è ancora lontano e la storia che ho raccontato si può
riscrivere insieme, se ognuno lotta con tutti gli strumenti che
possiede. Come insegnanti precari non chiediamo solo lo sciopero
generale, ma, soprattutto, chiediamo alla FLC di prepararlo insieme
all’interno delle scuole e delle università, per innescare un reale
meccanismo di partecipazione di studenti e insegnanti. Non possiamo
lottare per il cosiddetto futuro senza dare significato a questa
parola, senza avere la lungimiranza di provare ad immaginarlo il
cosiddetto futuro, iniziando a costruirlo ora.
Coordinamento precari scuola-Roma
movimentoinsegnantiprecari@gmail.com