Le
retribuzioni dei dipendenti del settore privato crescono più di quelle
dei lavoratori della scuola statale e della pubblica amministrazione in
generale. A fronte della crescita media su base annua dell'1,9% della
retribuzione oraria di un lavoratore privato, nella pubblica
amministrazione la crescita media è dello 0,6%.
E tale indice coincide esattamente con quello della scuola. Il rapporto
emerge da una nota dell'Istituto nazionale di statistica (Istat)
emanato a fine 2010. L'istituto ha presentato una serie di dati che
indicano una tendenza alla crescita delle retribuzioni nel settore
privato con picchi che, nel settore delle telecomunicazioni, arrivano
fino al 4,5% su base annua. Mentre, nella pubblica amministrazione, la
crescita è ferma allo 0,6%.
Va detto subito, peraltro, che la crescita delle retribuzioni nella
scuola è dovuta essenzialmente ai cosiddetti scatti di anzianità (i
gradoni). E dunque non vi è stata alcuna crescita nominale effettiva
degli importi delle retribuzioni. Ma solo un aumento del valore
assoluto dell'esborso complessivo a carico dello stato. Il rinnovo dei
contratti nella pubblica amministrazione, infatti, è fermo. E rimarrà
bloccato nei prossimi tre anni. E dunque, è praticamente certo che, a
fronte della stasi degli importi nominali delle retribuzioni, si
verificherà un calo del potere di acquisto. Che potrà essere compensato
solo in minima parte dall'erogazione dell'indennità di vacanza
contrattuale. Insomma, i dipendenti della scuola e , in generale, i
dipendenti pubblici contrattualizzati stanno diventando sempre più
poveri. E i dipendenti del privato sembrerebbero ben piazzati per
recuperare il gap degli anni scorsi.
La tendenza diventa più evidente se si confrontano gli indici della
crescita delle retribuzioni dal 2005. A fronte di una crescita del 14,5
% delle retribuzioni del pubblico impiego, il settore privato cresce,
infatti, del 14,3%. E siccome in quest'ultimo settore i rinnovi
contrattuali non sono bloccati, è ragionevole ritenere che il sorpasso
ormai è questione di mesi. Secondo l'Istat, peraltro, entro il prossimo
mese di aprile i contratti del settore privato che dovranno essere
rinnovati saranno pari al 52%. Mentre nel pubblico impiego i contratti
scaduti saranno pari al 100%, peraltro senza alcuna speranza di rinnovo
a breve. Non di meno, l'istituto di statistica prevede comunque una
crescita delle retribuzioni anche nel pubblico impiego. Ma si tratta di
incrementi molto modesti, tutti da verificare, che saranno comunque
inferiori a quelli stimati nel settore privato che crescerà da due a
tre volte di più. Sugli incrementi retributivi dei lavoratori della
scuola, pesa in ogni caso, l'incognita del recupero dei gradoni. Al
momento l'iter di approvazione del decreto predisposto dal ministero
dell'istruzione non si è ancora concluso. Se il mineconomia. dove il
provvedimento è fermo, dovesse negare il suo placet all'ultimo momento,
le stime andrebbero riviste al ribasso. Anche se tale ipotesi
sembrerebbe piuttosto remota. In ogni caso la prova del 9 avverrà con
le retribuzioni di gennaio. È a partire da tale rata stipendiale,
infatti, che gli interessati matureranno il diritto a vedersi
riconoscere il gradone successivo. Ciò perché, a differenza
dell'amministrazione scolastica, che calcola l'anno di riferimento dal
1° settembre al 31 agosto dell'anno successivo, il Tesoro segue l'anno
solare. E quindi gli aumenti vanno in liquidazione da gennaio.(da
ItaliaOggi di Carlo Forte)
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