La domanda
dell’indagine è: “Preferite leggere un libro o guardare il film tratto
da quel libro?” E i ragazzi di un qualsiasi blog rispondono così:
· Penso che leggere un
libro sia molto più interessante. Vedendo solo il film non
solleciteremmo la nostra creatività.
Ci sono dei film tratti da libri che sono delle ottime pellicole.
· Molto spesso i film
non sono uguali ai libri dai quali vengono tratti. e poi un libro ti
accompagna per due o più giorni, tu diventi un personaggio o proprio il
protagonista del libro.
· Non escludo che ci
siano dei film strepitosi che sappiano regalare altrettante emozioni.
Però un libro.
· Per guardare un film
impieghi da una a tre ore. Per leggere un libro impieghi molto più
tempo. E' molto più formativo ed appagante la lettura di un libro che
il libro in versione film.
· Dipende dal tipo di
film e dipende dal tipo di libro…
· Il libro è 10000
volte meglio! C'è da dire che quando un film viene tratto da un
libro il modo in cui viene diretto il film varia dalla libera
interpretazione che il regista ha avuto del libro.
La domanda dovrebbe essere: Cosa significa “leggere”? Il greco ci aiuta
a rispondere e ci suggerisce leghein=discorrere, da cui logos,
dialogos=dialogo.
Mio padre, mio maestro, non sapeva scrivere. Per scrivere infatti
occorre imparare a trasformare il pensiero e l’oralità in segni
coerenti e pieni di senso per gli occhi. Altri successivamente potranno
riportare la grafia al parlato e all’ascolto. Mio padre nei suoi 90
anni di vita non si sedette mai un giorno su un banco di scuola. Però
sapeva leggere. Per farlo occorre solo aprire gli “occhi” e guardarsi
attorno, leggere cioè il libro da cui Goldoni traeva spunti per il suo
teatro: il Mondo.
Se io vedo un film tratto da un libro, lo sto leggendo attraverso gli
occhi del lettore=regista. Mentre se entro nelle parole di un libro,
sono io l’artefice della costruzione fantastica che le righe mi
suggeriscono. I film si leggono, allo stesso modo come è
importantissimo saper leggere i segni e le immagini.
Quando stiliamo le linee di programmazione di un insegnamento partiamo
dalla necessità di puntare all’abilità della lettura:
· leggere testi di
vario genere, comprendere globalmente, riconoscere la struttura e gli
elementi caratterizzanti di un testo;
· formulare commenti
motivati e coerenti ai testi letti; acquisire i criteri di lettura
delle immagini e il loro significato estetico e storico-culturale;
· interpretare i
messaggi visivi osservandoli in modo da affinare le capacità percettive
e di osservazione;
· comprendere le
diverse funzioni del messaggio visivo, e di quello verbale e non
verbale; analizzare e scomporre un contenuto
(scritto-grafico-visivo) nelle sue parti costitutive ed essenziali
da quelle marginali e secondarie, cogliendone le analogie e le
differenze e individuandone le connessioni tra parti diverse …
Le immagini in movimento esistono dal secolo XIX: il 28 dicembre 1895
per la prima volta ci fu un pubblico pagante al Cinema. E noi,
esecutori della riforma “epocale” gelminiana, non abbiamo capito che a
fianco della storia della letteratura mondiale occorre collocare la
storia della cinematografia. A stento è previsto
“cinematografare” (secondo la Gelmini): nei nuovi licei artistici ad
indirizzo scenografico, nei licei linguistici, e negli istituti
professionali ad indirizzo produzioni industriali e artigianali. Nel
frattempo i ragazzi in età scolare sono i maggiori consumatori di
cinema. Ma i film si devono saper leggere, non basta guardarli
soltanto con gli occhi, passivamente. Tanti film nascono da libri ma è
vero anche il contrario: molti film permettono di aprire il libro,
dimenticati, da cui sono stati tratti. La trilogia del “Signore degli
anelli” di Tolkien è pubblicata nel 1954-55 ma acquista fama e
popolarità mondiale grazie all’arte del Cinema, decima
musa. Il regista Martin Scorzese nel 1988 trasse “L’ultima
tentazione di Cristo” da un romanzo edito nel 1951, e subito
messo nell’indice dei libri proibiti. Io l’ho comprato e divorato:
bellissimo! Non ho però mai visto quel film che aveva suscitato tante
polemiche.
Non è facile saper leggere un libro né un film. Non si impara a farlo
neppure a scuola. Mio padre, il mio maestro, sapeva solo leggere e me
lo insegnò. Quando io scrivo penso sempre a Lui. A tutti, auguri e
buone letture!
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com