La scuola pubblica è
giunta al capolinea. Adesso arrivano
anche banchi e armadietti etichettati da sponsor pubblicitari. A
Novembre era stato presentato il ricorso della Cigl e atre associazioni
studentesche contro il bando emesso dalla provincia di Barletta -
Andria - Trani per la sponsorizzazione degli arredi scolastici da parte
di aziende private. Il bando con scadenza 30 Novembre aveva subito
destato polemiche e suscitato grande interesse non solo in Puglia ma
anche nel resto d’Italia.
L’assessore provinciale all’Istruzione Pompeo Camero, per difendersi,
aveva sostenuto la necessità di questi finanziamenti per poter rendere
più vivibile la scuola pubblica: “potrò acquistare in un solo anno
quello che altrimenti avrei potuto fare in tre con i normali contributi
della Provincia”.
Ma la buona fede di Camero, ideatore del nuovo metodo basato sui banchi
“griffati” si era da subito scontrata con i sostenitori della scuola
pubblica come luogo preposto alla formazione e all’ educazione di
liberi cittadini. «Il nome dello sponsor impresso sul banco - spiega il
responsabile della Rete degli studi medi della Bat, Francesco De
Martino - è un bombardamento pubblicitario che, a differenza di quello
televisivo, non ci consente di cambiare canale». Eppure il Tar,
nonostante le proteste, ha rigettato il ricorso preparato lo scorso
novembre dall’avvocato Ettore Sbarra, che chiedeva la sospensione e
l’annullamento del bando in virtù della negazione di principi quali la
trasparenza, la parità di trattamento, la proporzionalità e il
principio di neutralità che dovrebbe ispirare l’agire della pubblica
amministrazione.
Dunque, per il momento, via libera alle etichette nella scuola
pubblica. A beneficiare dell’aiuto dei privati saranno 26 scuole della
BAT, ma non si escludono altre adesioni poiché il bando, ha affermato
Camero “era un avviso aperto”.
La scuola pubblica pugliese, caduta in degrado, è costretta (nel bene o
nel male) a chiedere aiuto ai privati. Ma in tutto ciò, se iniziasse un
processo di finanziamento privato all’interno della pubblica
istruzione, il ruolo dello Stato e della Provincia a cui spetterebbe di
norma garantire un certo livello di decoro agli istituti, finirebbe per
diventare legittimamente e giustificatamente nullo. Il rischio
ulteriore sarebbe quello di far si che la scuola pubblica diventi una
vetrina di sponsor e di pubblicità. Ciò la allontanerebbe dal
principale scopo educativo incentrato sulla neutralità e
sull’imparzialità, promuovendo a lungo andare, un comportamento più
consono alla formazione di acritici consumatori che a quella di nuovi e
consapevoli cittadini.(da http://www.infooggi.it/)
redazione@aetnanet.org